Sul rinnovo della concessione.
Non è pacifico che la concessione per la Rada San Francesco, in scadenza il marzo venturo, debba necessariamente essere nuovamente bandita. Diverse soluzioni avanzate, tra le quali l’apertura del terzo scivolo di Tremestieri e lo spostamento al molo Norimberga, stante anche l’imminente inizio dei lavori per la nuova via Don Blasco, consentirebbero infatti una nuova destinazione per la rada. Nel tempo di conclusione dei lavori, la rada potrebbe comunque essere impiegata mediante meccanismi di locazione degli spazi su base giornaliera.
L’area liberata si inserirebbe nel tanto agognato piano di recupero del waterfront che, nonostante l’apprezzato sforzo dell’amministrazione comunale che ha già prodotto alcuni tangibili risultati, continua ad essere frammentato e limitato. In particolare l’area in questione avrebbe il grande pregio di ricongiungersi a nord al lungomare del Ringo e a sud all’area fieristica, ancora chiusa da lucchetti e cancellate.
Qualora l’Autorità Portuale dovesse ostinatamente proseguire nella sua idea di nuovo bando, i seguenti punti fermi vengono formulati.
– Sulla redazione della nuova concessione.
Per garantire la più ampia condivisione della nuova concessione con gli organismi territoriali, si chiede che il disciplinare di gara venga scritto dall’Autorità Portuale insieme al Comune di Messina e alla Città Metropolitana di Messina. Il passaggio finale in Comitato Portuale infatti ha generalmente più il senso di una ratifica formale a valle di un lavoro già fatto. Inoltre l’ampiezza del Comitato, il coinvolgimento di numerosi enti non interessanti nonché delle compagnie di navigazione direttamente coinvolte non garantirebbero il giusto equilibrio delle forze e un’adeguata imparzialità.
– Sui termini della nuova concessione.
La durata della nuova concessione non può e non deve essere condizionata alla realizzazione del nuovo porto. Tale condizione innescherebbe inevitabilmente un pericoloso conflitto d’interessi con gli armatori che trarrebbero beneficio dal prolungarsi dei tempi di realizzazione delle opere. In Italia le opere pubbliche sono malate di burocrazia e inefficienza che spesso decuplicano i tempi di capitolato e la paventata condizione rischierebbe di allungarli ulteriormente, oltre ad ingenerare inevitabili sospetti ad ogni ritardo. Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere un canone concessorio a tariffazione crescente, in modo da rendere vantaggioso un rapido trasferimento a nuovo porto.
– Sulle sanzioni da prevedere nella nuova concessione.
Il nuovo bando dovrà necessariamente prevedere, oltre alla limitazione per i TIR, anche le misure punitive che la compagnia aggiudicataria dovrà subire, qualora inadempiente. È assurdo che la sistematica violazione di una concessione dell’Autorità Portuale, stante peraltro la responsabilità di controllo della Capitaneria di Porto, debba sortire come unico effetto qualche multa ai trasportatori della Polizia Municipale, il cui sforzo è comunque apprezzato, e nulla alle compagnie di navigazione. La compagnia aggiudicataria dovrà essere sanzionata per ogni TIR non autorizzato indebitamente trasportato e l’autorità marittima dovrà provvedere a comminare le multe.
– Sulla tariffazione agevolata.
Le compagnie armatrici hanno da sempre dimostrato, nello Stretto, di non intendere acconsentire ad inserire nei loro piani tariffari biglietti agevolati per i residenti. Sulla base della corposa documentazione in termini di Giurisprudenza sulla continuità territoriale, l’Autorità Portuale ha la possibilità di inserire nel disciplinare di gara un requisito minimo di partecipazione che imponga alle compagnie concorrenti di prevedere una tariffazione agevolata per i residenti delle due aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria.
– Sul perdurare delle violazioni dei termini di concessione.
La concessione in scadenza a Marzo p.v. è stata ripetutamente violata in merito alla impossibilità di traghettare mezzi pesanti se non “per comprovata inagibilità del porto di Tremestieri”. Tale violazione è stata fatta sulle spalle dei cittadini che hanno dovuto subire gli effetti impuniti in termini di polveri sottili inquinanti, rumore, usura del manto stradale e, non ultimo, rischio per la pubblica incolumità. Numerose ordinanze di limitazione viaria stanno nascendo in tutta Europa in questi giorni e possono essere prese come modello dalle amministrazioni cittadine.
– Sull’unitarietà della concessione.
La concessione, da sempre considerata come indivisibile, può essere invece formulata in modo da garantire l’accesso a due compagnie indipendenti. Questo per garantire l’interruzione del monopolio in atto e di conseguenza una migliore offerta all’utenza.
– Sulla cartellonistica viaria.
L’assemblea invita le amministrazioni tutte, ognuna per la propria competenza, a garantire una più equa cartellonistica che inviti gli automobilisti in transito per lo Stretto ad indirizzarsi verso i vettori più prossimi.
– Sulla presenza delle Istituzioni all’Assemblea Popolare.
L’assemblea registra con grande delusione l’assenza delle istituzioni invitate, ad eccezione del Comune di Messina. Tale assenza conferma la sordità e la lontananza di enti come l’Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto che pretendono di perseverare nelle loro linee di governo autoritario, snobbando e mortificando i momenti di incontro con i cittadini.
Sono intervenuti, in ordine:
Sebastiano Pino – Assessore del Comune di Messina. Vittoria Faranda e Valeria Grimaldi – portavoce Cambiamo Messina dal Basso, Piero Idone – Legambiente Villa San Giovanni, Antonio De Luca – Meetup Grilli dello Stretto, Michele Barresi – Comitato 9 Aprile, Enrica Carnazza, Alfredo Crupi – Rifondazione Comunista, Renato Coletta consigliere IV Circoscrizione, Filippo Cucinotta, Ivana Risitano – Consigliera comunale CMdB, Antonietta Mondello Signorino – Italia Nostra, Enzo Bertuccelli – CUB, Valerio Perugini, Nicola Marabello, Giovanni Cianciafara, Marco Oriolesi, Gaetano Cacciola – Vicesindaco del Comune di Messina, Renato Accorinti – Sindaco del Comune di Messina.