Società

Un’associazione vuole recuperare il Borgo Marinaro delle Case Basse di Paradiso

L’Associazione culturale Borgo marinaro delle Case Basse di Paradiso è stata costituita il 12 dicembre 2006, con atto ricevuto dal Notaio Mariagrazia Minutoli, 175 anni dopo l’inizio delle prime edificazioni che avrebbero dato vita al compendio che è sopravvissuto ai terribili eventi del 28 Dicembre 1908, a quelli della seconda guerra mondiale e a tanti altri, soprattutto alle forti mareggiate che piano piano, stava sommergendo il suo affaccio sul mare.

La ferrea volantà dei “Casibascioti”, gente di mare determinata e perseverante, convinse le autorità competenti (anno 1947) a costruire un’imponente scogliera che riuscì a salvare il Borgo. Dopo la realizzazione dell’importante opera, la spiaggia raggiunse la primitiva profondità. Cio’ è dimostrato da una planimetria del 1890 allegata ad un atto pubblico amministrativo.

Recuperare lo storico patrimonio edilizio a spese dei soci

Nello statuto dell’associazione, fra gli altri scopi, c’è quello del totale recupero dello storico patrimonio edilizio appartenente a privati proprietari, possessori o detentori. Il recupero avverrà a  “spese eclusive” dei soci, i quali dichiarano di non essere interessati a qualsiasi operazione finalizzata all’ottenimento di qualsivoglia tipo di alloggi popolari, per una serie di motivi:

Non sono nè poveri nè nullatenenti. Non hanno bisogno di inventare un Borgo, perché il loro esiste da gran tempo. Perché amano il Borgo, dove purtroppo oggi c’è molto degrado per fattori indipendenti dalla loro volontà.

Tutte le case come sopra detto sono censite nel N.C.E.U. nel foglio di mappa 102 e distinte dalle seguenti particelle: 106-107-109-110 111-114-124-129-132-140-141-142-147-149-155-587-2518-991sub3 -991 sub4- 993.

Il Catasto non fa alcun riferimento al Demanio

L’originaria intestazione, a partire dai rilievi effettuati dai periti governativi con inizio intorno agli anni ’30 del XX secolo e completati all’inizio degli anni 50, riguardavano privati, possessori o detentori con giusto titolo. Quando il Catasto entrò in conservazione, 01 agosto1954, nessuna intestazione catastale faceva riferimento al Demanio dello Stato Ramo Marina Mercantile. Nè vi fu interesse a chiedere modifiche, dopo che per quasi 3 anni gli elaborati furono messi pubblicamente in visione. Si precisa altresì che le case dei nostri antenati erano censite nel vecchio catasto descrittivo-mandamentale, nel Mandamento Pace e furono oggetto di compravendita, con regolari rogiti Notarili.

Perchè si chiama “Antico Borgo Marinaro Case Basse”

Quanto illustrato finora – scrive il presidente Orazio Micalipensiamo sia necessario, per fare un pò di chiarezza. Con profondo rammarico dobbiamo dire che siamo rimasti un po’ perplessi circa i tentativi di stigmatizzare le parole che formano la denominazione della nostra Associazione. Cercheremo di spiegare il perché della nostra scelta.

ANTICO: Perché dura da gran tempo. BORGO: Perché è un gruppo di case servite da stradine, vicoli e violetti, dove c’è del verde. All’inizio era isolato e fuori dalla città e con il passare del tempo, incorporato. MARINARO: Perché è ubicato all’inizio della riviera nord della nostra città nella parte, in prossimità del mare( dove un tempo si affacciava totalmente), del villaggio Paradiso. Nel Borgo, sono state espletate tutte le attività che dal mare traevano benessere e sostentamento. Nel villaggio Paradiso, come anche nel vicino villaggio Pace, abitavano quegli armatori di velieri e motovelieri che con, intelligenza e lungimiranza, istituirono una scuola marinara nell’anno 1823 per la formazione dei futuri marinai e padroni marittimi. Sovvenzionarono quella scuola con una tassa sui loro proventi “LA TASSA SUL NOLO-. I nostri antenati facevano parte degli equipaggi.

Attività legate al mare che si svolgevano nel Borgo

Ma c’erano altre attività che avevano attinenza con il mare:

– Quella della barche zavorriere o barche da pietra che venivano alate nel borgo a ridosso delle case.

– Quella della fabbrica di calce laterizi e ceramiche. Le materie prime e i prodotti finiti, arrivavano e partivano su velieri e motovelieri che attraccavano nel pontile galleggiante costruito delle maestranze del Borgo.

– Quella dei cantieri navali con scali di alaggio e varo, costruzioni di grosse barche, velieri, motovelieri,imbarcazioni da diporto, da corsa a vela e motore, barche da canottaggio fino a 8 remi che competevano degnamente con le altre del costruttore, primo in Italia, “Foggi Agretti del Conte Gaddo della Gherardesca di Livorno.

– La presenza dei grossi agganci vincolati ai muri di contenimento della rotabile Annunziata-Capo Faro per le cime a terra dei velieri che sostavano per vari motivi, primo fra tutti quello del rifornimento dell’acqua prelevata nella vicina contrada Mulinello.

– La presenza di tre enormi platani piantati nella zona centrale del Borgo per consentire un preciso riferimento per la navigazione nello stretto dei grossi velieri, specie quando navigavano di bolina.

– Le intense attività di uno degli armatori di barche zavorriere o da pietra, tale Placido Costa  (padre della poetessa Maria Costa) grande e infallibile pratico metereologo, famoso a tal punto che un Ministro del governo fascista Mario Mosco che ,trovandosi a Messina al seguito di Mussolini gli avrebbe chiesto di lasciare tutto per lavore nell’osservatorio di Monte Mari a Roma. Il Costa devette rifiutare perché non poteva portarsi dietro mogli e otto figli.

CASE BASSE : Per l’altezza delle case che, come imposto dal “Sovrano Rescritto- del 03 febbraio1860 non dovevano superare quella del parapetto della rotabile Annunziata-Capo Faro, soprattutto quelle ubicate a ridosso della rotabile. A partire da quella data le case furono edificate con regolare licenza edilizia.

“Senza conoscenza del passato non si può disegnare il futuro”

Le nostre case saranno evidenziate nelle schede tecniche, alcune già pronte, in ognuna di esse ci sarà un distintivo per l’identificazione. Abbiamo fatto una scelta e con molta umiltà ci vogliamo distinguere da coloro che ne hanno fatto una diversa. Desideriamo essere considerati come persone oneste, soprattutto intellettualmente, perché i nostri antenati ci hanno insegnato che ciò è un piacere. Desideriamo essere, da ora in poi, invitati alle riunioni e tavoli vari. Le nostre memorie storiche, riteniamo potranno essere di valido aiuto, perché riguardano il superiore interesse della città alla quale il Borgo appartiene. Ci permettiamo di affermare che senza conoscenza dal passato non si può disegnare il futuro.

Infine desideriamo dire la nostra a proposito di Furbi e Furbetti: Noi non siamo ne lo saremo mai, ne Furbi ne Furbetti. Noi non aspiriamo a ottenere case popolari,viviamo e vorremmo viverlo il Borgo che con tanto sudore i nostri antenati edificarono. Vogliamo recuperarlo e ristrutturarlo, nel rispetto delle leggi, a nostra spese. Desideriamo caratterizzarlo ancorpiù con l’adozione il restauro e la posa sulla sezione maestra di un veliero del XIX secolo, dell’albero di manovra dell’Istituto nautico che oggi versa in totale stato di abbandono. Cio è previsto dal nostro statuto. Ma ci sono tante altre iniziative che saranno portate avanti. Concludiamo affermando che per rendere la vita dura ai Furbi e ai Furbetti è necessario che i Fessi o coloro che fingono di essere tali, assumano atteggiamenti totalmente diversi, facendo una virata di 180° con macchine “AVANTI TUTTA VERSO IL FUTURO DELLA CITTA’ SENZA DIMENTICARE IL GLORIOSO PASSATO-.

I PERSONAGGI VISSUTI NELLA ZONA

Fra i tanti certificati di nascita e residenza, c’è quello che riguarda tale Costa Giuseppe, nato il 13 novembre 1853, il cui fratello Giovanni morì nella battaglia di Lissa del 20 luglio 1866, affondando con la fregata “Re d’Italia-, entrambi figli di Nazareno, il quale aveva altri due figli. Il Borgo era frequentato da personaggi illustri che avevano imparato ad amarlo come il Pascoli che soleva sostare nell’attuale casa del padre della poetessa Maria Costa, Presidente Onorario e Socio, Edoardo Luigi Boner che in occasione delle continue visite nel Borgo prendeva appunti per i suoi Racconti Peloritani, il veggente Cammaroto, noto cocchiere che predisse il terremoto del 1908 la prima guerra mondiale, il pittoresco personaggio -Pidocchia- (al secolo Vincenzo Santacroce) e, in tempi più recenti Vann’Antò che veniva spesso nel Borgo per rilassarsi e soleva sostare nella casa del Professore Mario Catalano che, innamoratosi del Borgo aveva scelto di vivere. Per questo motivo si era fatto costruire la sua casetta.