L’assessore Cacciola aveva risposto per la parte politica, ora il direttore De Almagro e il presidente Foti rispondono per la parte tecnica a Capitale Messina, che aveva avanzato dubbi sulla gestione dell’Atm.
Sull'utile d'esercizio che in realtà sarebbe una fortissima perdita
Le ragioni della sopravvenienza generata dalla rinunzia del Comune ad un suo credito verso Atm di 4,7 milioni di euro sono dovute al mancato riconoscimento del contributo regionale chilometrico sull'esercizio bus per 5 milioni. Fino a poco prima dell'approvazione del bilancio 2016 si riteneva possibile chiudere una transazione con la Regione e ricevere i 5 milioni mancanti (anche in considerazione che il valore della pretesa di Atm è di 13 milioni). Non trovando l'accordo con la Regione entro i tempi del bilancio ed avendo l'Azienda già reso i servizi al Comune come da programma d'esercizio, il contratto dei servizi all'articolo 24 di fatto obbligò il Comune a corrispondere la differenza di corrispettivi. Chiaramente avendo il Comune un credito, l'operazione più corretta da effettuare a consuntivo fu proprio quella che è stata posta in essere, ossia la rinunzia al credito.
Riguardo all'incremento del costo del lavoro
L'aumento del costo del lavoro rispetto al 2015 è dovuto per:
– 440 mila euro a rinnovo ed una tantum obbligatori che sono scattati con il nuovo ccnl sottoscritto a novembre 2015
– 200 mila euro a retribuzioni di anni precedenti riconosciute per transazioni o riconoscimenti volontari di Atm nel 2016
– 450 mila euro a straordinari riconosciuti soprattutto ad autisti di bus in considerazione che nel corso dell'anno sono stati acquisiti 22 mezzi nuovi (3 Mercedes sprinter da 7 metri, 14 Bredamenarini Vivacity da 8 metri e 5 Iveco Urban way da 12 metri) che hanno comportato un incremento di servizio per il quale non è stato sufficiente avvalersi di 20 autisti in lavoro somministrato (gli autisti in somministrazione peraltro hanno avuto decorrenza dal 15 maggio 2016). Nel 2017 il costo per straordinari è sceso di 140 mila euro anche perché abbiamo aumentato le unità in somministrazione da 30 a 44 da giugno 2017.
Gli autisti in lavoro somministrato non hanno comportato incremento di costi a carico dell'Azienda perché ogni autista in somministrazione costa ad Atm 5 mila euro annui in meno rispetto ad un autista di ruolo.
Riguardo all'aumento dei debiti
Non c'è alcuna preoccupazione se di pari importo, come avvenuto, crescono i crediti. Chiaramente se si fossero incassati i crediti più speditamente ci sarebbero state le risorse per pagare i debiti e dunque ridurne l'ammontare complessivo. Ma com'è noto la maggior parte dei crediti di Atm sono vantati verso Enti pubblici (Stato e Regione soprattutto e, in misura minore, il Comune) ed è notorio che i loro tempi di pagamento sono ancora abbastanza lunghi (si consideri, ad esempio, che Atm a tutt’ oggi deve ancora ricevere per intero dalla Regione Sicilia i contributi chilometrici del 2017 di 5,8 milioni, pari alla parte che ci riconosce). L'aumento dei debiti è poi causato anche da quei 5 milioni di euro che la Regione non ha riconosciuto nel 2016 che avrebbero potuto generare risorse aggiuntive per pagare i debiti e ridurne ulteriormente l'entità residua a fine anno.
Riguardo alla situazione creditoria a dir poco precaria e poco chiara
Non si comprende sulla base di quali informazioni si sostiene quanto sopra. I crediti di Atm, che come detto sono quasi per intero verso Enti pubblici, sono tutti esigibili ed anche in tempi brevi se si accelereranno le procedure di liquidazione come sembra stia avvenendo proprio in queste settimane. La nota integrativa al bilancio riporta le informazioni previste per legge.
In ultimo riteniamo vada aggiunto, che le analisi patrimoniali-finanziarie per essere realmente significative vanno riferite a periodi più lunghi di un anno. Ed allora, se confrontiamo il quadriennio 2009-2012 con quello 2013-2016 saltano agli occhi situazioni parecchio differenti:
Nel primo quadriennio l'Atm ha ricevuto in media 2 milioni di euro in più di contributi regionali e comunali (compensazioni) rispetto al periodo 2013-2016 e ciononostante i bilanci del primo periodo si sono chiusi con una perdita media annua di 5 milioni per anno (nel periodo 2009-2012 Atm ha generato perdite per complessivi euro 31,4 milioni di euro, di cui solo 11 milioni giustificabili per una transazione intervenuta con il Comune di Messina a seguito dell'accordo dell'11 giugno 2014 peraltro intervenuto per volontà dell'attuale Amministrazione Comunale e del nuovo Management).
Non si comprende dunque come possano sollevarsi dubbi e perplessità sui risultati patrimoniali e finanziari prodotti da Atm nel periodo 2013-2016 che con minori risorse rispetto al passato è riuscita a chiudere tutti e quattro i bilanci in utile pur ereditando una pesantissima massa debitoria e perdite per oltre 51 milioni di euro che hanno consegnato al nuovo Management, sin dal primo giorno, un'Azienda con un patrimonio totalmente eroso dai debiti ed anzi riportante 32 milioni di euro di riduzione netta patrimoniale.
Al contrario, ci saremmo aspettati articoli sui giornali e dichiarazioni alle trasmissioni televisive con richiesta di verificare come mai si siano potute generare 32 milioni di perdite in soli quattro anni di gestione 2009-2012, ma incredibilmente nessuno parla di quegli anni.
“L'Azienda ed il suo Management – concludono De Almagro e Foti – hanno come mission quella di rendere servizi alla Città di Messina. Lo hanno fatto in silenzio, lavorando ogni giorno per dare un servizio di trasporto pubblico che finalmente dopo tanto tempo può ritenersi ripristinato ad un livello minimo accettabile e continueranno a farlo anche in futuro cercando di incrementare la qualità e la quantità dei servizi offerti alla città”.
La controreplica di Capitale Messina