L’annuncio era arrivato durante il primo confronto tra Palazzo Zanca, vertici Atm e sindacati per gettare le basi della nuova Azienda Trasporti. Tra le novità in cantiere per rilanciare il trasporto cittadino c’era l’idea di rinforzare finalmente il parco mezzi ormai ridotto all’osso di un’Atm che oggi riesce a mettere in strada una media di venti bus al giorno, ma che forse può iniziare a guardare al futuro con un pizzico di ottimismo. Il bando per l’acquisto di 50 bus adesso è realtà. Il commissario Enrico Spicuzza ha firmato oggi la delibera, il documento è pronto, già lunedì potrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Europea e successivamente su quella della Regione Sicilia. Dalla pubblicazione del bando saranno concessi 40 giorni di tempo per far pervenire le offerte, dopo di che si procederà alla gara d’appalto. Un bando da 1.050.000 euro, più Iva, che prevede l’acquisto di 50 mezzi usati Euro3 ed Euro4 e full service totale, cioè manutenzione e assistenza, a carico della ditta vincitrice per un anno.
La tipologia dei bus da acquistare è stata definita per rispondere alle esigenze di una città che in questi ultimi anni si è lentamente rassegnata ad avere un servizio a singhiozzo o, in molti casi, inesistente. Di questi 50, 10 saranno bus da 7-8 metri, 5 autosnodati, 20 da 12 metri, che saranno impiegati nelle lunghe tratte come la litoranea nord, 15 tra i 9 e i 12 metri. Con questa ripartizione si dovrebbe riuscire a garantire copertura soprattutto nei villaggi periferici troppo spesso dimenticati per mancanza di mezze. L’obiettivo è naturalmente incrementare l’offerta e centrare i numeri previsti nel business plan presentato nei giorni scorsi per la nuova società. Quel piano parlava di 60 bus da mettere quotidianamente in esercizio, con l’acquisto di questi 50 il parco di via La Farina potrebbe addirittura riuscire a contare su dei mezzi da tener fermi in caso di necessità. I soldi per finanziare questo progetto saranno inseriti nel fondo di bilancio dell’Atm e comunque dipenderanno dal Contratto di Servizio che sarà stipulato da qui a breve in concomitanza con la creazione della nuova società.
E, a proposito della nuova società, va avanti a pieno ritmo il percorso che dovrà portare alla nuova Atm. Dopo il business plan che metteva nero su bianco le previsioni di costi, ricavi e investimenti per i prossimi tre anni, ha visto la luce anche lo Statuto della spa che nascerà. Si chiamerà Azienda Trasporti Municipalizzata spa e sarà costituita ai sensi dell’art. 115 del Tuel, il Testo Unico Enti Locali, che regola appunto la trasformazione di tutte le aziende speciali si società per azioni. La nuova Atm avrà come socio unico il Comune, ma si prevede la possibilità di ingresso di ulteriori soci. Unico obbligo: il Comune dovrà mantenere sempre almeno il 51% delle azioni. La finalità della nuova Spa sarà la gestione del trasporto pubblico collettivo in ogni forma e con qualsiasi mezzo. Per conseguire tale obiettivo alla spa sarà attribuita ogni attività connessa a traffico e mobilità, manutenzione per conto proprio o anche per soggetti esterni, gestione e vendita dei ricambi, segnaletica, aree di sosta, rimozione coatta, semafori, controllo accessi e transiti, passi carrabili, affissione cartellonistica pubblicitaria e rimozione cartellonistica abusiva. Tra l’altro potrà essere considerata agenzia del Comune per la mobilità, organo deputato al controllo e alla gestione di tutto l’esercizio di trasporto nel territorio comunale. La composizione societaria sarà costituita dall’assemblea dei soci, un Consiglio di Amministrazione e un Collegio sindacale. Costo previsto dal business plan per questi ultimi due organi: oltre 200mila euro annui per il Cda e più di 100mila per il collegio.
Non è ancora chiaro quale sarà la strada da seguire per sancire il passaggio dalla vecchia alla nuova azienda. L’art. 115 del Tuel a cui si riferisce lo Statuto prevede la possibilità di far nascere la nuova società per scissione da un ramo della vecchia società e questa potrebbe essere la soluzione da mettere in campo. Soluzione che terrebbe conto soprattutto della mole di debiti che attualmente pesano sull’Atm. Ne avevano parlato nelle scorse settimane Orsa, Ugl e Cub. I tre sindacati proponevano di redigere al più presto un piano di trasformazione per scissione dell’Azienda Speciale Atm in una Spa, a capitale pubblico, tenendo in vita la vecchia Atm fino al ripianamento dei debiti ancora in essere. Ripianamento debiti da ottenersi attraverso il trasferimento di parte di essi in capo alla nuova società con un piano di ammortamento pluriennale e compensazione, sia attraverso gli utili che la nuova azienda potrà produrre, sia attraverso la dotazione patrimoniale in capo alla nuova società. (Francesca Stornante)