«Da un rapido esame dei nuovi orari estivi delle linee esercite dall’ATM, balza evidente come il servizio di trasporto pubblico in città sia peggiorato. Infatti tutti i villaggi (tranne Santo Stefano Briga) e le periferie, dopo il ridimensionamento subito dal 6 Ottobre 2018, vengono ulteriormente penalizzati. Avviene con l’inasprimento del rientro dei mezzi in deposito durante le ore di morbida, previsto nel tabellino orario. E così non si garantisce ai cittadini interessati il diritto all’esercizio della mobilità.
In altri termini un esplicito invito ad allontanarsi dal mezzo pubblico. A conferma che gli attuali dirigenti dell’Azienda dimostrano di non avere alcuna sensibilità e interesse. Né per gli utenti fruitori del servizio né per i vantaggi economici ed occupazionali per la città.
In controtendenza con quanto avviene nel resto d’Italia, dove da tempo si adottano o si stanno adottando politiche di mobilità sostenibile. Tutto per incentivare l’uso del mezzo pubblico rendendolo in area urbana fortemente competitivo con il mezzo privato. A Messina, dove la politica ha fatto disastri facendo indignare non poco i propri cittadini, ci possiamo permettere di lasciare le persone a piedi. Tanto il fondo schiena resta sempre attaccato alla poltrona conquistata molte volte senza alcun merito.
Tornando all’esame del nuovo orario estivo si rileva nella linea 21 (circonvallazione) come il percorso aggiuntivo messo in atto sia estremamente irrazionale, antieconomico ed inutile. La linea, oggi esercita con due mezzi ma perchè è stata soppressa la linea 22, dopo aver percorso l’intera circonvallazione, all’incrocio con il Viale Giostra si immette su questa arteria e percorre il Viale della Libertà per raggiungere la testata nord del tram, stesso percorso al ritorno.
Copre, pertanto, il tragitto dove transitano con una buona frequenza lo Shuttle ed il Tram. Mentre il viale Regina Elena, che ha una densità abitativa notevolmente superiore al Viale della Libertà, ha un solo autobus ogni 100 minuti. Bus a volte soppresso per mancanza di conducenti, per cui si ipotizza l’interruzione di pubblico servizio nell’intera zona di Viale Regina Elena.
I nostri decisori politici, sia comunali che della partecipata, devono capire che la gestione di una azienda di trasporto pubblico richiede una organizzazione seria e compentente in grado di assumere il ruolo centrale di un sistema integrato di mobilità senza lenti ideologiche.
Occorre evitare fortemente l’uso dell’auto privata nell’ambito urbano con provvedimenti coraggiosi, favorire l’utilizzo del TPL impostando una strategia in grado di favorire l’investimento in opere infrastrutturali, la captazione di risorse per il potenziamento della flotta autobus specialmente quella di lunghe dimensioni, per migliorare la qualità e quantità del servizio, una viabilità di privilegio (corsie preferenziali, zona a traffico limitato ) che consentano al mezzo pubblico di essere puntuale, veloce e competitivo.
Oggi in questa ATM quanto predetto appartiene al mondo dei sogni. L’azienda nel pubblicizzare gli orari estivi annuncia l’intendimento di potenziare il servizio verso le località balneari.
Una frase ingannevole, perché poi ci accorgiamo che, tanto per citare uno dei vari esempi, nella tanto sbandierata linea 1 dello Shuttle sono previste nel tabellino degli orari due autobus in meno rispetto all’orario invernale cioè da 12 si è passati a 10 e difficilmente tutti in esercizio.
In merito alla sentenza che ha sancito la condanna della Regione al pagamento a favore dell’ATM del maggior contributo sui chilometri percorsi, abbiamo assistito ad una inutile e sterile polemica tra la dirigenza ATM, alcuni sindacati e la precedente Amministrazione per accaparrarsi dei meriti o per spegnere entusiasmi. Ai cittadini interessa solo che la Direzione ATM dica alla città come intende impiegare questa sopravvenienza attiva intuendo che buona parte sarà impegnata al soddisfacimento di alcuni debiti. Gli utenti del servizio confidano pure che si destini anche una piccola risorsa al miglioramento e potenziamento, soprattutto quantitativo, degli autobus da immettere in rete accertato che circa 60, regolarmente marcianti, stazionano in deposito.
L’Azienda non si gestisce con proclami infondati ma con piano industriale serio, fattibile che dia ai cittadini un servizio dignitoso ed affidabile per migliorare la qualità e quantità del servizio».
Giuseppe Frisone