REGGIO CALABRIA – “No” all’unanimità all’ipotesi di un Ato (Ambito territoriale ottimale) unico regionale per la gestione dei rifiuti in Calabria, provvedimento licenziato di fresco dalla Giunta regionale nel contesto delle linee-guida per la redazione del Piano d’àmbito.
A pronunciarlo, compatti, tutti gli elementi della Conferenza metropolitana dei sindaci.
Il progetto portato avanti dalla giunta Occhiuto, secondo gli amministratori del Reggino, rischierebbe di «vanificare tre anni di sforzi e sacrifici, anche economici, della Città metropolitana di Reggio Calabria e dei Comuni, che, dopo le difficoltà causate proprio dalla Regione e dal commissariamento, complessivamente oltre 20 anni, hanno finalmente iniziato a gestire in maniera efficiente ed efficace il ciclo dei rifiuti e i malandati impianti per lungo tempo lasciati alla mercé d’interessi privati, a spese dei cittadini».
Una scelta, peraltro, adottata senza raccordarsi – come invece indispensabile – con gli amministratori di tutti i centri interessati.
Il fatto è che alcuni territori «sono in grande difficoltà ed estremamente indietro nella creazione di un sistema di autogoverno e autosufficienza»: ma questo, evidenzia la Conferenza metropolitana, non può bastare a lasciare “al palo” i Comuni del Reggino senza loro responsabilità.
Ancora, un’opzione di questo tipo risulterebbe in assoluta controtendenza rispetto alla «scelta strategica di responsabilizzare i territori e demandare alle Ato e ai Comuni la gestione dei rifiuti prodotti sui propri territori». Di più: mentre oggi «i Comuni e i cittadini sanno perché e cosa pagano e sono più coscienti di come funziona il sistema» domani si cambierebbe in peggio.
Fortemente contestata, poi, la scelta di puntare forte sul termovalorizzatore di Gioia Tauro – che peraltro resterebbe l’unico in tutta la Calabria –, il che implicherebbe la «combustione di oltre 270 mila tonnellate di rifiuti annue a fronte delle attuali 140 mila» per l’incapacità o la mancata volontà d’altri territori provinciali di trattare analogamente gli scarti. Troppo forti i rischi ambientali per i residenti, stando a chi li rappresenta.
Il nodo cruciale è che i sindaci del Reggino «si sono ripetutamente espressi per la gestione pubblica dell’intero ciclo». Eppure, la creazione di un’Autorità unica regionale riporterebbe le lancette «all’estrate del 2019» e, stando agli amministratori locali, «frustrerà» i loro sforzi, «imponendo l’utilizzo generalizzato degli impianti ormai tutti in corso di ammodernamento (Gioia Tauro, Siderno e Reggio Calabria) oltre alla possibile utilizzazione delle realizzande discariche, delle quali la Regione si è disinteressata, per almeno un decennio».
Alle porte, in questo modo, «grossi problemi alle attività commerciali e turistiche che con fatica provano a ripartire dopo il Covid».
Il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace ha menzionato «gli enormi sacrifici affrontati, in questi ultimi anni, dalle singole comunità costrette a far fronte, da sole, a problemi e disagi enormi». Quel che è in gestazione alla Regione costituirebbe, in definitiva, un «grave passo indietro» pure rispetto alla “Delrio” e a fronte delle deleghe in tema di Tpl, turismo e agricoltura la cui cessione da parte della Regione Calabria è ancora attesa dalla MetroCity.