Chiusa la corsa sul Consuntivo alla Provincia di Messina ci si concentra sul Previsionale. Anzi no. Il copione di ogni estate si aggrava nell’edizione 2011 della “bella stagione” a palazzo dei Leoni. Ci sono vari motivi che portano ad una frenata così brusca nell’attività amministrativa e politica. Dirigenti e assessori: tutti bussano alla porta del presidente che non può far altro che allargare le braccia, in un periodo di vacche cmagre e dopo essere finito (nel 2010) sotto i riflettori per una gestione “allegra” delle casse provinciali. Ormai da mesi il freno a mano è tirato, ma non basta. E diciamocelo francamente, le colpe non sono del tutto attribuibili a Nanni Ricevuto, che probabilmente ha avuto l’esclusiva responsabilità, in troppi casi, di fidarsi eccessivamente dei propri consiglieri. Evidentemente sbagliando.
Poi ci sono le spaccature in seno alla maggioranza. In alcuni casi le fratture sono legate a “battaglie politiche” come nel caso dell’Udc con la Sogas: probabili pretesti per accentuare una divisione ormai emersa a più riprese, anche se le parti non hanno voluto prenderne ufficialmente atto. Si glissa per non fare crollare il castello di sabbia, mentre i centristi ricevono giornalmente imboccate dagli alleati futuri del terzo polo, ma anche dal Pd. Ed è proprio il Partito Democratico, così come accade a palazzo Zanca, a suonare la carica contro l’Amministrazione: «Siamo a metà luglio e del bilancio non c’è traccia – commenta sarcasticamente il capogruppo, Pippo Rao – Ma come si pensa di governare l’ente senza la possibilità di pianificare la spesa ed eventuali investimenti? Di fatto, all’immobilismo politico, frutto della inadeguatezza gestionale del centro destra che amministra la Provincia, e delle continue spaccature tra i partiti della ex maggioranza, si somma l’immobilismo amministrativo legato all’assenza dello strumento di pianificazione contabile e finanziaria. Qual è il senso di approvare un bilancio di programmazione probabilmente a fine agosto, quando se ne sono andati 8 mesi dell’anno?».
Sotto l’occhio del ciclone finiscono alcune scelte, come quella già citata riguardante la Sogas: «Le notizie che arrivano sui dati finanziari dell’ente sono sempre più inquietanti, e certe avventure che l’amministrazione Ricevuto si appresta a fare, oltre quelle di cui si è già resa protagonista, gettano più di un ombra sul futuro finanziario dell’ente – continua Rao -. In tutto questo caos, i problemi non si affrontano, il territorio viene lasciato in balia di se stesso, in un crescendo di rassegnazione e di rabbia per l’inefficenza della Provincia di Messina».
Il Partito Democratico chiede ancora una volta che il bilancio di previsione possa essere uno strumento di partecipazione popolare, con le realtà organizzate dell’associazionismo e delle forze sociali, e che insieme al bilancio sociale si possa dare ruolo di protagonismo al controllo diretto dei cittadini alle politiche di pianificazione e di spese dell’ente. «L’Amministrazione Ricevuto ha sempre preferito adottare la scelta di uno strumento sterile e tecnico, senza immaginare un minimo di concertazione con le forze sane del territorio – conclude Rao -. Il Pd denuncia con forza questo metodo, così come i ritardi che serviranno probabilmente a cercare di far approvare all’ultimo istante utile quello che dovrebbe essere lo strumento principale con il quale una Amministrazione si presenta alla propria gente dicendo cosa si vuole fare e con quali risorse. Dietro i numeri di un bilancio ci stanno le possibili soluzioni di tanti problemi, o l’incapacità a saperli affrontare».
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