L’Orsa fatica già a chiamarlo porto, perché “esiste solo nel programma elettorale e nelle fantasie del sindaco, ancora appiattito sulle posizioni dell’autorità portuale nonostante le magre figure collezionate nei confronti della città”.
Il sindacato prosegue la sua battaglia contro Tremestieri, considerato una scelta fallimentare. “Era stato riaperto con tanto di interviste da parte del sindaco Renato Accorinti affiancato dal Presidente dell’Autorità Portuale – si legge in una nota – ma è bastata la prima sciroccata, a novembre, per metterlo fuori uso. Nulla di imprevisto o imprevedibile. Nulla di diverso da quanto è accaduto nel passato. Se si pretende di utilizzare una struttura progettata come approdo di emergenza, in sostituzione del porto storico, per liberare la città dai tir e dagli autoarticolati, causa di morti ed inquinamento, nel migliore dei casi si pecca di reiterata incompetenza. Dopo la mareggiata di novembre 2014, sindaco e Autorità Portuale promettevano l’approdo fruibile ai primi di dicembre ma la semplice ‘previsione’ di altre sciroccate ha indotto alla prudenza e l’approdo è rimasto chiuso. Altri soldi pubblici impiegati per porre rimedio all’ennesimo fallimento ma siamo nel 2015 e la struttura resta inagibile. I continui disagi erano stati ampiamente annunciati, non sono frutto del fato avverso. Così come non è stata colpa del ‘malocchio’ se nel 2010 gli ultimi 18 metri del molo sono andati a picco, costringendo a lavori da 4 milioni di euro che sono durati oltre 3 anni, invece dei 3 mesi previsti dal direttore dei lavori e segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina. La lotta ai tir condotta dal sindaco a colpi di avventate ordinanze mirate ad impedire totalmente lo sbarco dei mezzi pesanti nel porto storico, nonostante l’inadeguatezza dell’infrastruttura di Tremestieri e la totale assenza di programmazione, è stata un’esperienza devastante, è servita solo a creare scompiglio fra i lavoratori di BluFerries minacciati di licenziamento e la città è ancora sottomessa alla servitù dei mezzi pesanti. L’inutilizzabilità del porto di Tremestieri e la lentezza biblica dei lavori per rimetterlo in sesto hanno oggettivamente favorito, sulla pelle dei messinesi, solo il Gruppo Franza, armatore monopolista interessato a concentrare il traffico sul porto della Rada di San Francesco per mantenere gli stessi incassi e costi quasi dimezzati e nei residui periodi dell’anno, quando si riesce a far funzionare l’approdo “estivo” a sud, Caronte&Tourist usufruisce della deroga che gli consente di sbarcare i tir al molo Norimberga e farli transitare liberamente nel centro cittadino”.
La conclusione è che “l’approdo a Tremestieri è una scelta fallimentare, solo gli stolti in malafede non vedono la realtà dei fatti, se ne faccia una ragione il sindaco che ancora parla di ‘svolta ecologica epocale’, la smetta di fiancheggiare l’Autorità Portuale nelle scelte infelici che si susseguono sin dalla progettazione della struttura, si tiri fuori dal progetto che prevede l’investimento di altri 80 milioni di denaro pubblico per insistere in un flop conclamato, si possono spendere meglio quei soldi; si dimetta dal Comitato Portuale e chieda una commissione d’inchiesta per far luce sui continui rinvii ed emergenze che hanno richiesto ingenti investimenti di soldi pubblici senza risolvere il problema”.