E' un chiaro segnale che, nella Messina Sud, qualcosa si sta muovendo. Dopo anni di silenzio, sembrerebbe che qualcuno abbia deciso di alzare la testa dichiarandosi come potenziale nuovo “padrino” del Villaggio Cep di Contesse. Un qualcuno che, per farlo, ha utilizzato un doppio attentato contro due giovani dai cognomi ultranoti nell'ambiente, i cugini Ferrara.
Sono queste le ipotesi su cui ruotano le indagini degli agenti della Squadra Mobile di Messina per far luce sul ferimento che, ieri pomeriggio, ha avuto come scenario una piazzetta del Villaggio Cep. Tutte le carte sono passate adesso alla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nelle mani del Sostituto Procuratore Vito Di Giorgio.
LE VITTIME. Gabriele Ferrara, 21enne, è il figlio del boss pentito Sebastiano Iano Ferrara, “re del Cep”, il “padrino buono”, scovato in un bunker di casa sua nel 1994. Era latitante da due anni, da quando la Procura di Reggio Calabria aveva mandato un ordine di carcerazione per cumulo di pene. Iano Ferrara fu arrestato nel '94 e, poco dopo, iniziò a collaborare con la giustizia. Insieme a Gabriele, ieri pomeriggio nella piazzetta del villaggio Cep, c’era anche il cugino Francesco Ferrara, nipote di Iano e figlio di Carmelo Ferrara.
I FATTI. Sono stati Francesco e Gabriele, quando ormai si trovavano già al Pronto Soccorso dell’Ospedale Policlinico, a raccontare ai poliziotti cosa fosse successo. Si trovavano in macchina in una piazzetta del villaggio Cep quando qualcuno, probabilmente su un motorino, si è avvicinato, ha estratto una pistola ed ha sparato sei colpi. I bossoli sono stati ritrovati tutti a terra, sparsi. L’intenzione di uccidere era chiara, considerando che i cugini sono stati raggiunti l’uno alla spalla e l’altro all’ascella. Feriti e sanguinanti, Francesco e Gabriele si sono poi fiondati al Pronto Soccorso dell'Ospedale Policlinico, da dove è partita la segnalazione alla Sala Operativa della Polizia. Nonostante le gravi ferite, nessuno di loro è in pericolo di vita.
INDAGINI E IPOTESI. Al momento sembra che, oltre ai cugini Ferrara, non vi fossero testimoni e che nessuno abbia visto alcunché. Interrogati dalla Squadra Mobile, i due ragazzi non hanno neanche saputo fornire elementi utili per aiutare gli agenti a dare un nome ed un volto all'attentatore, o agli attentatori. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, neanche quella che i veri bersagli non fossero proprio i due giovani. E si continua ad indagare su quella che si prospetta come un'escalation di potere per il posto di "padrino" del villaggio Cep. (Veronica Crocitti)