La Slc Cgil di Messina ha inoltrato, ai responsabili provinciali e regionali di Poste Italiane, una nota sindacale di forte disappunto, in merito alla gestione dei servizi offerti ai cittadini di Messina e nella sua vasta provincia, in prossimità del periodo natalizio.
“In questi giorni, i cittadini hanno fatto fatica nel trovare la posta nella propria buca delle lettere, che era sempre vuota. Per non parlare delle lunghe ed estenuanti file che hanno dovuto fare negli uffici postali dove spesso vi erano pochi impiegati a svolgere i servizi previsti. A ciò si aggiungano i 25 uffici postali, chiusi o razionalizzati nelle giornate di apertura, che hanno posto in serie difficoltà i cittadini di quei piccoli paesi o frazioni della nostra provincia”.
“Quello a cui abbiamo assistito in questo periodo natalizio – prosegue il sindacato – ha davvero dell’incredibile. Giorno 24 sono stati posti in congedo (sempre con la classica foglia di fico della volontarietà) oltre l’80% di addetti al recapito. Interi quartieri di Messina sono rimasti senza la corrispondenza distribuita, così come villaggi e paesi della provincia, con presenze di appena un portalettere su quattro o cinque previsti; per non parlare dei due centri del capoluogo peloritano dove erano presenti in tutto meno di venti portalettere su oltre centodieci in organico previsti. Non pensiamo che sia stato comunicato loro, al momento del pagamento della tariffa prevista, che la missiva sarebbe rimasta in ufficio e per intere giornate, prima di essere recapitata al destinatario. Come giustificare la mancata distribuzione dei quotidiani e delle riviste che giacciono numerosi in attesa di essere recapitati con le notizie fresche di stampa agli abbonati?. La posta raccomandata, così come quella ordinaria, le stampe e gli invii commerciali, le bollette e gli avvisi per il pagamento delle rate di mutuo, rimangono accatastati, alla meno peggio, in attesa di giorni migliori, aspettando che i portalettere, costretti a fruire di ferie forzate d’ufficio, rientrino a lavoro, immaginiamo nei primi giorni del 2013”.
Slc Cgil esprime tutta la sua preoccupazione: “Questa azienda ha il respiro corto. Non c’è progettualità, tutto viene gestito sull’onda di una perenne emergenza senza programmi seri che permettano di affrontare la crisi che stiamo vivendo e la concorrenza che erode margini di profitto, con il rischio, sempre maggiore, per la tenuta dei livelli occupazionali”.