A fine settembre in un’intervista a Tempostretto il presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro tracciava il bilancio dei primi sei mesi del Cda alla “guida” di un’azienda con una pesante eredità di debiti e gestione poco oculata (leggi qui l’articolo).
In questi mesi sono state prese alcune decisioni che hanno consentito l’avvio di una svolta. Si va dal bando per l’acquisto di 100 nuovi autobus alla riapertura dell’officina, alla drastica riduzione del fermo mezzi, all’affidamento dell’incarico di direttore generale ad un interno e non ad una figura esterna. A fine settembre anche l’iniziativa in collaborazione con Posto occupato. Poi i progetti per il futuro, come il biglietto elettronico, il pronto soccorso stradale. Insomma un “viaggio” dal passato al futuro. Ma come sempre avviene quando le cose iniziano a cambiare si rischia di dare fastidio a qualcuno.
Probabilmente è per questo che da un po’ arrivano lettere anonime agli uffici dell’Ast.
Non sappiamo cosa ci sia dietro la richiesta urgente di audizione che il presidente Finocchiaro ha inviato al presidente della Commissione antimafia Ars Nello Musumeci, certo è che il clima non è sereno.
“Assieme al direttore generale di Ast, Ugo Fiduccia, vogliamo portare all’attenzione della Commissione Antimafia episodi incresciosi, gravi ed inquietanti che compromettono il sereno svolgimento delle attività della società- denuncia il presidente Finocchiaro in una nota- Vista la serie di alcuni episodi sgradevoli che si stanno ripetendo con eccessiva frequenza negli ultimi mesi, ritenuto che tutto ciò possa compromettere il sereno svolgimento delle attività della nuova governance della società, ritengo opportuno e imprescindibile richiedere un’audizione urgente al Presidente della Commissione Antimafia, Nello Musumeci, per poter continuare senza condizionamenti le attività che abbiamo intrapreso per ottimizzare la gestione e i servizi aziendali”.
Nelle scorse settimane, all’arrivo delle prime “missive” gli uffici dell’Ast hanno fatto “quadrato” nei confronti di una governance che si sta impegnando per una serie di azioni di rinnovamento. Evidentemente la situazione rischia di precipitare ed i vertici dell’azienda hanno deciso di rivolgersi direttamente alla Commissione antimafia dell’Ars, alla luce anche del fatto che l’Ast è una partecipata della Regione.
R.Br.