Il regolamento Iuc ingessa l’aula, o quel che ne resta. Perché alla fine il film che va in scena nell’aula consiliare di Palazzo Zanca è più o meno sempre lo stesso. Nel giorno in cui il consiglio doveva trattare una delibera che modifica il regolamento sull’Imposta Unica Comunale, dopo circa due ore di dibattito i superstiti erano solo 15 (Abbate, Amata, Barrile, Crisafi, Sorrenti, Sindoni, Lo Presti, Sturniolo, Scuderi, De Leo, Trischitta, Faranda, Rizzo, Mondello, Cucinotta).
Il numero legale si è infranto sulla votazione del primo emendamento, dopo un dibattito intenso tra i consiglieri e l’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher e qualche polemica di troppo che probabilmente ha distorto l’attenzione da quello che doveva essere l’argomento del giorno: una semplice modifica ad un regolamento già in vigore. Si tratta delle norme che disciplinano Tari, Tasi e Imu, e la modifica proposta dal Dipartimento Tributi riguarda alcuni articoli della parte dedicata alla Tari, l’indigesta tassa rifiuti che i messinesi negli ultimi anni hanno pagato ad un prezzo salatissimo. E’ bastato che ci fosse un riferimento alla Tari per far scattare, come già era successo durante la scorsa seduta, il consigliere Udc Libero Gioveni che ha ribadito a chiare lettere la sua contrarietà a discutere di qualunque cosa possa riguardare tasse per il 2016 che tartassano i cittadini mentre l’amministrazione Accorinti non è ancora riuscita a chiudere il cerchio sul bilancio di previsione 2015.
A mettere altra carne sul fuoco ci ha poi pensato il capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco che ha posto un dubbio sull’opportunità di legare l’approvazione della modifica al regolamento Iuc al piano tariffario che determinerà l’ammontare del tributo Tari sui cittadini. Una nota dolente per il consiglio comunale che negli ultimi anni si è trovato, suo malgrado, a dover approvare una tassa rifiuti che nel 2015 ha sforato i 46 milioni di euro, tutti sulle spalle dei messinesi. L’intervento di Santalco ha acceso come una miccia molti esponenti d’aula come Daniela Faranda e Mario Rizzo, rispettivamente capigruppo Ncd e Udc che oggi si sono spalleggiati a vicenda facendo le prove tecniche del “fidanzamento” tra i due partiti che dovrebbe essere Area popolare. Sempre dai banchi Udc anche Franco Mondello ha ampliato il discorso sul piano tariffario dicendo chiaramente all’assessore Eller che il consiglio vuole assoluta chiarezza perché l’amministrazione Accorinti negli ultimi due anni ha confezionato amare sorprese per l’aula che alla fine in fretta e furia si è trovata costretta ad approvare tasse da record.
Dubbi legittimi che hanno riacceso i riflettori sui costi troppo alti del ciclo rifiuti, ma che nei fatto hanno dilatato la discussione portandola su un terreno troppo ampio. Ai consiglieri che infatti hanno chiesto a più voci la contestualità delle modifiche al regolamento con il piano tariffario hanno risposto sia l’assessore Eller che il dirigente dei Tributi Romolo Dell’Acqua: si tratta infatti di provvedimenti distinti e separati che possono camminare su binari diversi. E del resto i consiglieri dovrebbero ricordare che quando nel settembre 2014 approvarono per il prima volta il regolamento Iuc lo fecero senza la delibera con il Piano tariffario Tari che arrivò solo successivamente. Dubbi non condivisi da Lucy Fenech che ha chiesto ai colleghi quali dovrebbero essere gli effetti collaterali nel votare questo provvedimento che non è altro che una modifica ad un regolamento già in vigore e ben motivata dal dirigente ai Tributi.
A pesare tra l’altro la richiesta del sindaco Accorinti di votare con urgenza questa modifica e le sollecitazioni dello stesso dirigente Dell’Acqua, considerata la scadenza del 30 aprile come limite massimo per l’approvazione di questa tipologia di azioni: «La data del 30 aprile è un termine perentorio per l’approvazione di regolamenti e delibere tariffarie. Oltre quel termine il tar della Calabria ha deciso che sono atti nulli. Al momento non esistono proroghe quindi ritengo che la discussione in aula vada fatta subito» ha spiegato il dirigente.
Anche per l’assessore Eller non c’è tempo da perdere per non correre il rischio di rendere tutto illegittimo: «Tutto ciò che è propedeutico al bilancio 2016 andrebbe votato entro il 30 aprile anche per non andare in gestione provvisoria. Questo è un comune che comunica poco e si incarta da tutte le parti. Se volete una mano da questo assessore nuovo lasciatemi dire che prima si guarda il regolamento e poi le tariffe, così si va avanti e si evita di sacrificare la discussione. Vi invito a non rimandare, qui è tutto un rimando ma alla fine non si riesce a fare le cose, nel frattempo il paziente muore e io non voglio assistere al funerale della città di Messina».
La discussione e le perplessità dei consiglieri però hanno colpito il neo assessore giunto da Sesto Fiorentino, soprattutto sulla parte legata agli alti costi dei rifiuti e all’atteggiamento dell’amministrazione che negli scorsi anni, come raccontato dai consiglieri, ha messo l’aula di fronte a scelte obbligate, turandosi occhi, naso e orecchie. «Il gioco delle tre carte non si fa, non deve farlo il consiglio ma non deve farlo neanche l’amministrazione lasciando l’aula da sola di fronte ai cittadini. Quando parlate di costi dei rifiuti avete ragione, vedo delle cose indicibili per le strade. Quello che però dobbiamo discutere oggi è un primo tassello. Vi chiedo un atto di fiducia di carattere più tecnico perché il mio unico scopo è quello di scongiurare il peggio».
Senza peli sulla lingua Eller è tornato a ribadire quanto già aveva affermato ieri parlando della possibilità del dissesto: «Dietro l’angolo c’è un dramma». E senza la volontà di mettere i consiglieri di fronte all’ennesima scelta obbligata ha lasciato all’aula la possibilità di decidere se andare avanti sul regolamento a prescindere dal piano finanziario. Una tesi sostenuta, tra l’altro, da altri consiglieri come Nina Lo Presti e Pippo De Leo che però non ritengono ci sia reale urgenza di votare questo atto perché non vedono alcun rischio di creare danno erariale, o come Elvira Amata e Carlo Abbate che invece, al di là della sacrosanta discussione sulla questione rifiuti, si sono dichiarati disponibili ad andare avanti per chiudere almeno il discorso su questo provvedimento.
Alla fine l’aula ha deciso di proseguire. In buona sostanza queste modifiche riguardano i pagamenti della Tari che sarà in tre rate (30 luglio, 30 settembre, 10 dicembre), di cui due acconti calcolati sull’imposta dell’anno precedente e un rata a saldo che terrà conto delle singole situazioni in base al nuovo piano tariffario. Modifiche che aiuterebbero il dipartimento Tributi a gestire meglio il carico di lavoro e che darebbero al Comune la liquidità necessaria per coprire mese per mese le spese per i servizi di gestione rifiuti senza ricorrere a continue anticipazioni di cassa.
C’è anche un altro emendamento che è stato messo in luce dalla consigliera Lo Presti: la modifica dell’art 35 che toglierebbe la possibilità ai cittadini di chiedere l’abbattimento dell’80% del tributo in caso di mancato svolgimento del servizio.
Alla fine però solo in 15 erano rimasti tra i banchi. E dunque tutto rinviato alle 14 di domani.
Francesca Stornante