Per quanto sia scontato il prossimo voto della Commissione Trasporti alla Camera, nella seduta di ieri non sono mancati i malumori alla nomina di Mario Paolo Mega alla presidenza dell’Authority dello Stretto.
L’ok alla presidenza Mega, peraltro nonostante il parere contrario delle due Regioni interessate (la Regione Siciliana relativamente al curriculum, mentre la Regione Calabria ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale) è stato rinviato alla prossima settimana, ma le voci di dissenso si sono fatte sentire. Ed almeno una, quella della deputata Angela Raffa, è in casa M5S.
Ieri quindi l’audizione in sede di Commissione, durante la quale il presidente Mega, scelto dall’ex ministro Toninelli, ha illustrato quelle che saranno le strategie da portare avanti per l’AP dello Stretto che comprende i porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.
Sulla proposta di nomina, come si ricorderà, non è stata raggiunta l’intesa con le Regioni Calabria e Sicilia ed anche la procedura prevista per il superamento del dissenso è stata infruttuosa. Il 6 agosto il Consiglio dei ministri non ha accolto l’opposizione della Regione Siciliana sposando la tesi del Ministero dei Trasporti e confermando la presidenza di Mega.
Tesi ribadita anche ieri in sede di Commissione.
“Circa la competenza in materia dell’ingegner Mega si è laureato in Ingegneria Civile Idraulica nel 1985. Ha svolto sin dal 2003 il ruolo di dirigente tecnico di Autorità con competenza anche sulla Pianificazione Strategica e sull’Innovazione Tecnologica. Dal 2015 al 2017 è stato Segretario Generale facente funzioni e poi segretario generale ad interim dell’Autorità portuale di Bari. È stato nel 2017, Segretario generale ad interim della soppressa Autorità Portuale di Manfredonia. Attualmente è direttore del dipartimento Sviluppo e Innovazione Tecnologica dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale”.
A evidenziare la competenza, anche specifica di Mega, per ricoprire il ruolo di Presidente dell’Authority dello Stretto è stato il capogruppo del M5S Francesco D’Uva, che ha sottolineato i punti qualificanti del curriculum.
Il governatore Musumeci aveva espresso parere negativo in quanto in base al curriculum la comprovata esperienza e qualificazione professionale di Mega appariva “principalmente riconducibile ad ambiti tecnici (infrastrutture, manutenzione e ambiente. Inoltre non ha mai espletato incarichi professionali in strutture portuali riconducibili all’area dello Stretto, con evidente pregiudizio per la soluzione delle complesse problematiche connesse al territorio”.
La posizione della Regione Siciliana è stata respinta ad agosto dal governo nazionale ma a sostenerla in Commissione Trasporti è stato il deputato messinese Nino Germanà: “Ci sono lacune che riguardano proprio la specificità dell’AP dello Stretto. Ma quel che è più preoccupante è che il governo si ostini a imporre un presidente nonostante l’opposizione delle due Regioni coinvolte: la Sicilia e la Calabria”.
Proprio questo secondo aspetto è stato ricordato dalla deputata messinese pentastellata Angela Raffa (che va quindi controcorrente rispetto alla posizione ufficiale del suo partito): “Il 28 gennaio 2020 si terrà l’udienza presso la Corte Costituzionale del ricorso presentato dalla regione Calabria. Se venisse accolto, salterebbe tutto. Ritengo sia il caso di trovare un accordo con le regioni e scongiurare tale ipotesi. Non si può andare avanti con uno stato che fa causa a sè stesso, pagando ricche parcelle ad avvocati scelti dai politici, litigando sulla pelle e l’economia di cittadini e territorio”.
Il voto della Commissione sarà l’8 ottobre.