MESSINA – Nuova aggressione a un autista Atm al capolinea di Giampilieri Superiore. Spiegano le segreterie territoriali Fit Cisl e Orsa Trasporti: “L’autista trovava un’automobile parcheggiata nei pressi dell’area riservata allo stazionamento dei bus. Parcheggio che gli impediva di raggiungere lo spazio di sosta e riposare 5 minuti (dicasi cinque), come stabilito dal regolamento aziendale. Quando l’autista ha provato a suonare il clacson per far spostare l’automobile, il proprietario del mezzo ha inveito con toni minacciosi. E ha costretto l’autista a chiudersi dentro l’abitacolo del bus per evitare il peggio. Gesto che ha contribuito ad aumentare la rabbia dell’aggressore. Quest’ultimo, dopo aver tentato di aprire lo sportello del bus, non riuscendo a raggiungere il lavoratore, ha sfogato l’ira distruggendo lo specchietto retrovisore del mezzo, colpendolo a pugni. L’autista ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine che, giunti sul posto, hanno ristabilito la calma e sottoposto l’aggressore all’alcol-test”.
Nel mese di giugno era avvenuta un’altra aggressione. I sindacalisti polemizzano inoltre sul “sistema dello straordinario imposto d’ufficio. Il caldo torrido e l’acqua razionata rendono nervosi alcuni messinesi, che ormai hanno assunto la pessima abitudine di sfogare la rabbia con la prima interfaccia dell’amministrazione comunale che gli capita a tiro. Anche questa volta il malcapitato è un autista di Atm in turno di servizio, con il consueto straordinario imposto d’ufficio, marcato con la linea rossa. La marcatura rossa nei turni di servizio ha un significato subliminale, come dire: non sei obbligato ad accettare. Ma se rifiuti poi non ti lamentare se ti spostiamo di zona, se ti assegniamo le linee più disagiate e se al primo sinistro scattano la sanzione, la messa in mora e le trattenute nello stipendio per risarcimento danni. Questo è il sistema con cui il direttore di esercizio gommato gestisce l’evidente carenza di personale, prassi discutibile che questi sindacati non finiranno mai di denunciare per la tutela della salute dei lavoratori”.
E ancora: “Il paradosso si è consumato quando l’autista, ovviamente traumatizzato, ha chiamato la sala operativa di Atm per comunicare quanto successo e avvisare di non essere in grado di ultimare il servizio anche perché sprovvisto di specchio retrovisore. Dalla sala operativa, ove sono impiegati altri lavoratori stressati, perché chiamati in causa dall’azienda se non riescono a coprire i servizi nonostante l’evidenza carenza di personale, gli è stato risposto che sarebbe stato sostituito il bus per concludere la corsa. Nessun dirigente di Atm ha avuto l’accortezza di sincerarsi delle condizioni dell’autista aggredito che, in evidente stato di shock, è stato sottoposto alle cure della guardia medica. Guardia medica che gli ha diagnosticato una malattia dovuta ad evento traumatico-stato ansioso post aggressione”.
Per il sindacato, insomma, “la propaganda dell’efficienza comprime i diritti dei lavoratori”. Vedremo se l’azienda replicherà.