REGGIO CALABRIA – Autonomia differenziata? No, grazie… A scandito, Claudio Aloisio, presidente provinciale di Confesercenti fresco di riconferma.
«Non è bastato – è l’inventiva di Aloisio – che le città maggiormente arretrate, ovviamente meridionali, siano state costrette ad innalzare i tributi conquistando, come la nostra, il triste primato di città più povere e al contempo più tassate d’Italia. Non è bastato, come certificato dallo Svimez e dall’Eurispes, che negli ultimi dieci anni oltre 600 miliardi di euro spettanti al Sud sono stati dirottati al Nord.
Non è bastato lo scippo del 30% delle risorse del Pnrr destinate al Mezzogiorno che dal 70% sono passate al 40%.
E non è nemmeno bastato assistere al disastro della gestione sanitaria della pandemia dovuto, per la gran parte, all’autonomia che ha consentito alle Regioni, per “merito” del federalismo, appunto, di governare la sanità con i risultati deleteri sotto gli occhi di tutti anche dove si pensava ci fossero servizi d’eccellenza.
Tutto questo – osserva il rappresentante dei negozianti – non è bastato a instillare un po’ di buon senso in chi ci governa se nel Documento Economico Finanziario del 2021 l’Esecutivo Draghi ha inserito tra i disegni di legge collegati alla Legge di Bilancio 2022-2024, il Ddl “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata”». Un “ritorno” davvero triste, da tanti punti di vista.
Ma davvero, si chiede Claudio Aloisio, si vuol lasciar passare senza colpo ferire questa «sorta di secessione economica che amplificherebbe ulteriormente il già iniquo sistema che il Meridione deve subire, dando ulteriori vantaggi alle ricche regioni del Nord a scapito, chiaramente, di quelle del Sud»?
Ecco perché Aloisio pone un quesito molto diretto ai parlamentari calabresi: «Gli è sfuggito questo Disegno di Legge? Si sono distratti? Sono d’accordo con l’autonomia differenziata? Dobbiamo e vogliamo sapere – scandisce lui -. Come Confesercenti Reggio Calabria invieremo a tutti i Deputati, Senatori e Consiglieri Regionali calabresi una lettera, che renderemo pubblica, contenente queste e altre domande per capire quale posizione intendano prendere per tutelare una comunità che è ormai giunta al limite dell’umana sopportazione per le ingiustizie e le angherie che continua a subire da uno Stato che, purtroppo, alle nostre latitudini si dimostra sempre più patrigno».