Il commissario provinciale dell’Mpa di Messina, Antonio Andò, ha scritto una lettera per fare il punto della situazione a due mesi dall’avvio del mandato attribuitogli. Una ricetta per continuare a far crescere il movimento su territorio, delle indicazioni ai compagni di viaggio: «E’ stata riscontrata nel territorio messinese attenzione positiva nei confronti del Mpa – spiega – Occorre però favorire la coesione nel Movimento, il riconoscimento leale dell’apporto di ciascuno, la consapevolezza di volere insieme partecipare a costruire il futuro della nostra terra».
Andò afferma poi: «I mesi sin qui trascorsi mi hanno consentito di verificare sul campo che nel nostro territorio esiste una domanda vera di politica. L’Mpa se vuole tenere fede alla propria vocazione di occuparsi del territorio e offrire una speranza per cogliere le occasioni di lavoro e sviluppo che può offrire la Sicilia, deve costruire un progetto nuovo e concreto che i siciliani possano portare avanti con le loro forze ed intelligenze, senza attendere soluzioni miracolistiche da altri, poteri centrali o mercati finanziari internazionali che siano. Per materializzare tali favorevoli prospettive il nostro Movimento deve riuscire a superare difficoltà organizzative e operare con uno spirito reale di coesione dei propri quadri».
Per Andò il “riconoscimento leale dell’apporto di ciascuno e la consapevolezza di volere insieme partecipare a costruire il futuro” è il primo compito da affrontare. «So bene che è difficile realizzarlo – aggiunge -, soprattutto in un regime di preferenza unica che spinge alle separatezze ed ostacola la piena collaborazione. Costituire un movimento così inteso è, del resto, premessa per potere determinare liberamente e senza soluzioni preordinate, organi territoriali veramente espressione delle società nei singoli territori e che non obbediscano a logiche di schieramento. Tra tali logiche di schieramento e contrapposizione vi sono certamente anche quelle artatamente costruite attorno alla tutela di clientele – conclude il commissario provinciale autonomista -, magari per addebitare ad altri, meglio ancora se rappresentanti in ambiti politici più vasti o di diversa origine territoriale, la mancata soddisfazione delle pretese su cui tali clientele vengano formate ed alimentate».