L’agenda del sindaco, ovvero l’elenco delle priorità da sottoporre all’attenzione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha fatto irruzione in Consiglio comunale, riunito con 24 ore d’anticipo per votare l’ordine del giorno sull’Autorità portuale dello Stretto e di Gioia Tauro (vedi allegati). Ma l’agenda per Renzi, arrivata sui tavoli dei capigruppo ha indispettito diversi consiglieri, come Giuseppe Trischitta, Forza Italia, che ha ribadito come si tratti “solo di un promemoria del sindaco, che non riguarda tutta la città. Peraltro il nostro partito è sempre stato per la realizzazione del Ponte quindi quanto scritto da Accorinti non è da noi condiviso”. Perplessità analoghe per Pippo De Leo, Megafono, che sposa la tesi del sindaco di Milazzo a proposito dell’Autorithy, “noi ci saremmo dovuti candidare a guidare l’Autorità, ma a quanto pare strada facendo in tanti hanno cambiato idea”.
In realtà i due temi, agenda per Renzi e Autorità portuale, sono intrecciati, perché il primo punto della “lista della spesa” del sindaco è proprio quello relativo alla proposta in vista degli accorpamenti.
Impossibile quindi riuscire a separare le due tematiche come apparso chiaro, ad esempio dall’intervento di Nina Lo Presti che si è soffermata su un punto dell’Agenda per Renzi, quello nel quale viene chiesto di rinviare il termine per l’approvazione del Piano di riequilibrio dal 2 al 30 settembre “Per dare modo ai revisori dei conti di esprimere il loro parere- ha detto la consigliera di Cambiamo Messina dal basso- Non è accettabile una simile posizione da parte dell’amministrazione. E’ come non voler fischiare la fine della partita all’arbitro prolungando i tempi supplementari, questo si chiama barare”.
Più conciliante rispetto alla Lo Presti, paradossalmente, Giuseppe Santalco, Pd, per il quale, tutto sommato l’Agenda può anche andare “E’ un punto di partenza, ed è la prima volta che l’amministrazione ci manda qualcosa sul quale lavorare, sia pure in zona Cesarini”. Se quindi il Pd lancia l’assist alla giunta Accorinti, Piero Adamo, SiAmoMessina la pensa in modo diametralmente opposto e invita a guardare alle priorità: “O abbiamo un’idea di città o è inutile presentarci con una lista senza alcuna prospettiva. Renzi è il presidente del consiglio non possiamo presentarci con la lista della spesa nella quale c’è dentro di tutto. Bisogna andare con tre, quattro punti essenziali, chiedere impegni politici fondamentali, non disperderci chiedendo interventi per la rete di raccolta acque o per la Panoramica dello Stretto. Ci sono città che chiedono leggi speciali e noi ci presentiamo così? Mi sarei aspettato un altro approccio domani”.
A difendere le posizioni della giunta è stato il vicesindaco Signorino spiegando che l’Agenda è modificabile in base ad eventuali suggerimenti che potrebbero venire dall’Aula: “Quanto all’Autorità portuale vorrei ricordare che si sta provvedendo ad una riforma e ad una serie di accorpamenti che non è possibile evitare. Messina sarebbe stata accorpata con Catania. Questa proposta alternativa invece è condivisa non solo con i partiti, ma con associazioni, ordini, movimenti, attraverso un ampio coinvolgimento su questa impostazione strategica. L’opzione di Catania comporterebbe una sovrapposizione di funzioni tra Catania e Milazzo e Messina. Con Gioia Tauro invece non c’è sovrapposizione né competizione, ma integrazione in un’ottica di scambi”.
Mentre però in casa Nuovo centro destra si registra una divergenza di vedute tra i due leader, Garofalo e Germanà, in casa Pd a sottolineare le differenze le ricorda Paolo David.
“A me più che una lista della spesa quella di Accorinti sembra un testamento finale- ha detto- E’ come presentare il conto al ristorante prima ancora che i clienti abbiano mangiato. Quanto all’Autorità portuale io ho i miei dubbi che riusciremo a mantenere una posizione di leadership. Temo che non sarà così, a meno che i nostri leader di riferimento non riescano a garantirlo”.
Ed infatti il Pd ha presentato un emendamento, predisposto dal capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco, che punta proprio a evitare che si finisca con l’essere messi in un angolo nell’Autorithy con Gioia Tauro, perdendo poltrone, risorse e capacità di decidere. Anche Daniela Faranda si è posta il problema del rischio di perdere la centralità messinese "Scelgo Gioia Tauro come male minore-ha detto la Faranda- ma vorrei che Messina non fosse ulteriormente depauperata delle sue specificità, non vorrei che perdesse di autonomia e capacità decisionale. Soprattutto non mi piace il comportamento di un'amministrazione che continua a non coinvolgere il consiglio nei processi decisionali". Di diverso tenore il comunicato di fuoco di fuoco di Nino Germanà a far capire che, restando in tema di porti, “c’è maretta” tra Garofalo e il deputato regionale. “Depauperare ulteriormente Messina è un gioco al quale non mi presto- ha scritto Germanà– Pensare di impoverire il nostro capoluogo è assurdo e non si può pensare di lasciare la presa sulla governance. Il nostro porto ha specificità che non possono essere subordinate ad altro. Così facendo rischiamo di spostare una sudditanza e nulla più. Pertanto scriverò ad Alfano invitandolo ad assumere una posizione inequivocabile che punti alla salvaguardia della nostra terra. Salvaguardia che evidentemente non sta a cuore al ministro Lupi, che ha dimostrato di ritenerci una contea di serie C”. Germanà getta poi acqua sul fuoco "nessuna spaccatura con Garofalo, stiamo entrambi difendendo Messina, forse io ho usato toni diversi perchè Lupi è troppo distante dai nostri problemi e non sono uno che usa un linguaggio diplomatico".
Il nodo della governance continua ad essere la nota dolente che non ha consentito di far registrare la piena condivisione del documento, che pure ha visto, ad esempio il Pd tra i seduti al tavolo e tra i proponenti di una serie di integrazioni. Da qui l’emendamento presentato dal Pd che invita ad aggiungere al documento: “la seguente parte: In quest'ottica, il Consiglio comunale di Messina impegna la deputazione nazionale, regionale, la Giunta cittadina e tutti gli attori protagonisti della materia, affinché la peculiarità strutturale, economica, commerciale dello Stretto di Messina, e dei porti dell'hinterland tirrenico, trovi, all'interno della Autorità portuale di Gioia Tauro e dello Stretto, adeguata tutela e rappresentanza, soprattutto nella predetta individuazione e localizzazione delle sedi e degli uffici sopra menzionati, con scelte allocative che privilegino, anche sotto il profilo amministrativo, la città dello Stretto', come protagonista della istituenda Autority”.
Insomma, se proprio ci si deve “sposare” ob torto collo, dicono i consiglieri, con Gioia Tauro, almeno “dobbiamo essere noi a comandare in casa”.
La cosa più strana di un Consiglio comunale anticipato di 24 ore solo per votare l'ordine del giorno sull'Autorità portuale è che se ne è parlato, sia pure per sommi capi e senza entrare nel dettaglio, senza procedere ad alcuna votazione o altro. Quale sia la posizione ufficiale dell'Aula su questo argomento resterà un mistero.
Rosaria Brancato