20 milioni per l’elettrificazione delle banchine e 30 milioni come finanziamento base per il deposito costiero di gas naturale liquefatto. Sono i fondi ottenuti dall’Autorità Portuale di Messina sul Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il Pnc, Piano nazionale complementare.
Poco, se si considera che il totale destinato alle Autorità Portuali siciliane è di circa 600 milioni, parte dei 9 miliardi destinati ai porti italiani.
“Si tratta di diversi progetti che sarebbero dovuti essere finanziati con altri fondi nazionali e poi spostati nel Pnrr. Le Autorità di Sistema Portuali italiane sono partite a inizio 2017, quella dello Stretto di Messina, con la mia nomina, ad ottobre 2019 – dice il presidente Mario Mega -. A Bari ero il responsabile della parte tecnica e ho lasciato molta progettualità poi finita nel Pnrr. A Messina c’erano i soldi ma non c’erano i progetti, per questo il Ministero ha finanziato altri porti, che comunque non so se riusciranno a rispettare le rigide scadenze imposte”.
E mentre la gara per l’elettrificazione delle banchine è in rampa di lancio (“la stazione committente è Invitalia, che la pubblicherà entro i primi di febbraio”), rischia di perdersi il finanziamento da 30 milioni, destinato in origine al deposito costiero di gas, che poi sarebbe dovuto essere integrato con altri 30 milioni da parte dei privati. “Edison aveva manifestato interesse a marzo 2022, poi è scoppiata la guerra e la crisi energetica, l’Italia ha aperto ai rigassificatori ed Edison si è ritirata”. Il progetto, tra l’altro, era stato contestato praticamente da tutta la città, dalla politica e dagli abitanti della zona individuata.
L’obiettivo, ora, è recuperare quei 30 milioni. “Ne ho parlato da poco a Roma col viceministro Rixi, abbiamo presentato un altro progetto per costruire una comunità energetica portuale, basata sulla produzione di rinnovabili da fotovoltaico, coinvolgendo anche gli operatori privati. La richiesta sarà esaminata dal Ministero e attendiamo risposta”.
Nel piano triennale delle opere pubbliche dell’Autorità Portuale sono programmati interventi per 250 milioni di euro. “Ma in questa cifra sono compresi i 60 milioni che erano previsti per il deposito costiero di gas più altri finanziamenti ottenuti i cui progetti sono ancora in corso. Il totale delle somme già impegnate è di circa 130 milioni”.
Tra queste, 37 milioni per i servizi destinati al traffico pendolare: 30 milioni per un nuovo terminal passeggeri a Villa San Giovanni, che non esiste, 5 milioni per l’adeguamento degli ormeggi dei mezzi veloci e la modifica della quinta invasatura a Messina, poi anche per il terzo scivolo a Tremestieri.
“Ho fatto un’ordinanza che stabilisce solo tre punti di imbarco e sbarco per i mezzi veloci, più vicini alla stazione marittima, mentre prima si arrivava quasi fino al molo Marconi. Con il nuovo progetto, i mezzi ormeggeranno affiancandosi a pennelli perpendicolari alle banchine, per far sì che i passeggeri possano uscire dalla stazione e arrivare sui mezzi navali senza essere esposti alle intemperie. Entro una ventina di giorni dovrebbe arrivare la documentazione per avviare la procedura al Consiglio superiore dei lavori pubblici, poi serviranno altri 45 giorni per il parere. L’obiettivo è di avere il progetto disponibile per l’estate e poi avviare la gara”.
Nel frattempo a Messina sono previsti lavori di sistemazione della pavimentazione e di realizzazione di coperture provvisorie. “E’ stata appena definita la gara per trovare il fornitore. A Villa San Giovanni, invece, le banchine sono in concessione a Rfi e bisognerà attendere il progetto che prevede un nuovo terminal con la realizzazione di tre o quattro ormeggi per mezzi veloci, collegati alla stazione. In questo modo non ci sarà più la necessità di salire e scendere, magari con bagagli pesanti, all’interno del mezzo navale. Entro un mese ci sarà una prima conferenza di servizi ma non c’è ancora piena intesa col Comune di Villa San Giovanni”.
Altra gara da pubblicare è quella della rettifica delle banchine del porto di Messina. “Ma non siamo vicini – dice Mega -, i progetti erano datati e stiamo ancora acquisendo le autorizzazioni ambientali, che purtroppo sono lunghe. Sono due progetti paralleli, uno per la Peloro/Marconi, l’altro per la Primo Settembre. Contiamo di poter avere entrambi i progetti esecutivi entro l’anno e valutiamo di fare un unico appalto. Tra l’altro non si potrà lavorare contemporaneamente, per non danneggiare il crocerismo”.
Dopo tanti anni, completato anche il progetto di completamento della banchina XX luglio al porto di Milazzo. “Il Provveditorato Opere Pubbliche lo sta adeguando ad una serie di prescrizioni e da due mesi è in fase di verifica da parte di Bureau Veritas, non si può pensare di mandare progetti in gara velocemente senza procedure corrette”.
Ci sono poi i fondi per le Zes, Zone economiche speciali. “La Regione Calabria ci ha dato ascolto e abbiamo ottenuto 6,5 milioni per l’adeguamento della banchina Margottini, a Reggio Calabria, e 4 milioni per l’adeguamento dello scivolo zero, a Villa San Giovanni. Alla Regione Siciliana avevamo chiesto fondi per realizzare l’ultimo miglio dei collegamenti stradali del porto di Milazzo con le aree Zes retrostanti, ma non è stato considerato”.
Le accuse, infine, di aver “distribuito” incarichi. “Sono sotto soglia e quindi legittimi – conclude Mega -, tutto ciò che firmo è pubblicato nell’area trasparenza del nostro sito”.