Non ha ancora emesso il “primo vagito” che già la neonata riforma della Formazione è al centro di polemiche e scontri politici.
Pomo della discordia la graduatoria dell’Avviso 8, pubblicata nei giorni scorsi e non ancora definitiva, ma già destinataria di strali e di ricorsi.
All’orizzonte, nonostante le promesse, lo spettro di una nuova ondata di assunzioni clientelari, in odor di elezioni regionali, e una forma di macelleria sociale che colpirà gli 8 mila operatori finiti in un Albo regionale che a quanto pare ha un valore solo simbolico perché non obbliga i nuovi Enti ad attingere da quell’elenco.
C’è poi il capitolo degli Enti che hanno ottenuto l’ok per i finanziamenti dell’Avviso 8 e che secondo sindacati e lavoratori vengono fuori da operazioni di maquillage.
La torta dell’Avviso 8 è di 136 milioni di euro, ma a quanto pare sono in pochissimi gli Enti “fortunati”. Fuori gran parte degli Enti storici, ma anche gran parte degli operatori che attendono da anni. Si mobilitano sindacati e politica.
LA GRADUATORIA
L’Assessore Marziano ribadisce l’assoluta trasparenza nei criteri adottati.
Le istanze presentate erano poco più di mille, ridotte poi dopo una prima scrematura a 719 ammissibili.
La graduatoria finale però si ridurrà a 211 progetti ammessi con relative risorse per organizzare i corsi. Gli altri 500 rimasti fuori potranno contare solo in scorrimento di graduatoria, ricorsi, rinunce o somme aggiuntive.
In Sicilia la parte del leone la fanno solo alcuni Enti, come il Cerfis (che avrà oltre 4 milioni di euro e che è stato rilevato dal Cefop), la Logos di Comiso, l’Eris di Catania. Ma in provincia di Messina ad esempio c’è l’Esfo di Sant’Agata di Militello con 2 milioni e 800 mila euro. Per quanto riguarda gli Enti di Messina ad essere ben sistemati in graduatoria sono l’Ecap (con progetti dal 34esimo al 36esimo posto per oltre 750 mila euro ciascuno quindi per oltre 2 milioni di euro), più un altro progetto al posto 108 ed altri quattro a rischio esclusione perché oltre il 220 posto. Rientra in graduatoria anche Faro 85 con due corsi per quasi mezzo milione di euro,l’Afel (Accademia lavoro e formazione) con corso finanziato per oltre 33o mila euro al 125 esimo posto. In provincia risultano destinatari di risorse la Coo tur di Capo d’Orlando. Scorrendo la graduatoria, tra i progetti ammissibili ma difficilmente “a favore di ammissione” perché posizionati oltre la soglia dei 211, l’Aram (con una serie di progetti per oltre 2 milioni), l’Ismerfo, la Genesi, l’Eniap, il Cirs.
In teoria la graduatoria non è definitiva e tutto può ancora accadere. Quel che è già successo intanto è la sollevazione dei sindacati, dei lavoratori iscritti all’Albo degli 8 mila e di parte della politica, in prima fila Forza Italia con Figuccia.
A scendere in campo a Messina è Nino Germanà,Ncd: "Un dramma sociale quello che si è consumato con la pubblicazione dell'avviso 8/2016, che colpisce soprattutto la provincia di Messina. Da deputato e, prima di tutto, da padre di famiglia, non posso non esprimere la mia solidarietà alle famiglie che vengono investite dalle conseguenze di questa azione. Chi come me riveste un ruolo istituzionale, non può esimersi dallo scendere in campo per difendere i diritti di migliaia di lavoratori, che rimarranno inevitabilmente privi di qualsiasi forma di sostentamento al reddito. Invito pertanto l'assessore Marziano a voler rivedere il piano dell'offerta formativa in Sicilia, ricordando doverosamente a questo governo, che oggi i nuovi enti aggiudicatari di avviso, non hanno giuridicamente nessun obbligo di assumere personale proveniente dall'albo. Si tratta di un obbligo che incombe sull'amministrazione regionale che dimostra di disattendere ed ignorare i principi fissati dalla legge 24. Legge, che ricordo a questo governo, non è ancora stata abrogata e che pone un obbligo ben preciso, l'obbligo di salvaguardia dei livelli occupazionali. È doveroso pertanto un intervento immediato della politica, che non può oggi non prendere atto di un evidente e clamoroso fallimento".
L’equilibrio della riforma della formazione è molto precario perché quella macelleria sociale che Crocetta aveva annunciato di voler scongiurare si verificherà lentamente nel silenzio di tutti. Piano piano gli Enti che hanno preso il posto degli “storici”, quelli coinvolti da casi di fallimento o inchieste, o gli Enti che hanno avuto abili operazioni di maquillage, non avranno obbligo di assumere gli operatori storici e potranno creare su misura un nuovo bacino elettorale in vista delle Regionali.
Rosaria Brancato