“Messina deve essere rappresentata nella giunta regionale, a noi non importa che sia un esponente indicato dai Dr, non ci interessano i nomi e le poltrone, ci interessa che il territorio di Messina sia adeguatamente rappresentato nel governo Crocetta, anche se con un assessore indicato da altri partiti alleati”.
Beppe Picciolo e Marcello Greco, in occasione della conferenza stampa convocata sulla vicenda Autorità portuale non possono non parlare di politica e di un rimpasto che rischia seriamente e concretamente di relegare la città dello Stretto nell’angolino di Cenerentola. Da qui l’appello agli altri alleati di governo, Pd e Udc per sposare la stessa battaglia ed a Crocetta per dare quel segnale forte che la città che gli ha dato una marea di voti alle regionali merita. “Può essere indicato da Pd, Udc o essere scelto dallo stesso Crocetta in quota Megafono, non ne facciamo un problema di nomi, ma di territorio”.
Ma è probabile che il Pd faccia finta di non sentire dal momento che, paradossalmente il messinese attualmente in giunta, Nino Bartolotta, assessore regionale alle infrastrutture che ha lavorato egregiamente per la città,è stato silurato dal suo stesso partito, e le possibilità che resti in giunta, anche in quota Lupo (che pure ha avuto tantissimo dal Pd genovesiano) sono ridotte al lumicino se non pari a zero. L’Udc ha già il suo vertice all’Ars nonché problemi di “coperta corta” da quando Crocetta, correttamente, ha annunciato di voler abbassare da tre a due gli assessori centristi. I Dr a livello regionale hanno altre indicazioni, con Forzese, ad esempio, che da giorni si autocandida per un posto in giunta. Insomma, alla fine a pagare rischia di essere Messina. E se una città non è rappresentata con forza nelle sedi giuste rischia di diventare più debole ogni battaglia, compresa quella sull’Autorità portuale.
“Noi vogliamo che Messina sia premiata dal governatore- spiega Marcello Greco- quindi invito il capogruppo regionale Beppe Picciolo a non partecipare più a nessuna riunione di maggioranza se non saremo rispettati come territorio”.
Per i Drs l’operato di Bartolotta è tale da non meritare la “defenestrazione”, ma ormai il dado è tratto, ed il timore è che a Palermo si pensi che, al di là di Genovese (che ha indicato gli ultimi assessori delle giunte Lombardo e Crocetta) non ci sia più una rappresentanza politica tale da poter fare la voce grossa e chiedere quel che spetta, con pieno diritto alla terza città dell’isola.
“Sono certo che Crocetta comprenderà questo invito- aggiunge Picciolo- per quel che mi riguarda, personalmente, non parteciperò più a nessuna riunione di maggioranza se non verremo rispettati come territorio. Secondo noi Bartolotta ha operato benissimo. In ogni caso deve stare all’intelligenza politica del governatore comprendere che se da Messina ha avuto tanto, adesso deve rispondere allo stesso modo. Dopo essere stati eletti noi rappresentiamo tutti, non solo chi ci ha votato, quindi la nostra richiesta non riguarda un nostro esponente, purchè sia un messinese. In caso contrario prenderemo le nostre decisioni”.
La palla passa agli alleati ed a Crocetta che, volendo, potrebbe anche scegliere tra gli assessori in quota Megafono un o una messinese. Del resto le personalità non mancano. Sapremo nelle prossime ore cosa accadrà e se le scelte di Crocetta avranno conseguenze sul piano delle alleanze anche in vista delle Europee.
Una rappresentanza politica forte è determinante anche per evitare scippi come quello che potrebbe verificarsi nel caso dell’Autorità portuale con la riforma del ministro Lupi che di fatto cancellerebbe Messina per farne un’appendice di Catania ed Augusta.
“La proposta del ministro comporta una semplificazione eccessiva che non tiene conto della specificità messinese- ha spiegato ad inizio conferenza stampa Emilio Minniti- Il porto di Messina ha non solo specificità da attenzionare ma anche volumi tali da richiedere un trattamento diverso. La stessa Serracchiani nel presentare il suo progetto sulle Autorità portuali centrato sul territorio non ha inserito nello schema delle realtà commissariate ed a rischio Messina, segnale evidente di una realtà che funziona. Messina sta progettando il suo futuro sul mare, eliminare l’Autorità portuale sarebbe una follia, rendendola inoltre subalterna all’asse Catania-Augusta”.
I Democratici riformisti sono pronti a fare battaglia in ogni sede, facendo un appello al deputato nazionale Garofalo che da tempo si sta impegnando su questo fronte e alla stessa Regione che può, anche attraverso l’Ente porto e la sua specificità, battere i pugni sul tavolo.
“Non siamo più disposti a subire scippi- ha aggiunto il vicepresidente del consiglio comunale Nino Interdonato- Anzi, siamo pronti a scippare noi se il caso, ed a guidare noi l’Autorità portuale di Catania e Augusta. Faremo le barricate. In Commissione abbiamo ascoltato il presidente dell’Autorità portuale De Simone e faremo tutto ciò che è possibile in ogni sede possibile”.
Sia Greco che Picciolo si sono soffermati sugli aspetti relativi alla realtà portuale messinese, sia per flussi di traffico che per numero di porti e porticcioli.
“E’ allucinante che una città come Messina rischi di essere penalizzata così- commenta Marcello Greco- Il governo regionale deve intervenire”.
Le strade per farlo ci sono, e come suggerisce Beppe Picciolo, una da percorrere potrebbe essere quella dell’Ente porto, “non per riesumare cadaveri ma per fare quello che la Serracchiani ha fatto per Trieste. Alla luce dell’esistenza dell’Ente porto e di aree di competenza ha rivendicato il ruolo dell’Autorità portuale. Noi possiamo fare altrettanto. Finora la Regione non ha utilizzato l’Ente porto, che esiste da 50 anni prima persino dell’Autorità portuale, ebbene, ora potrebbe essere l’occasione per sfruttarne le potenzialità legate al punto franco, come la defiscalizzazione, e fare del porto di Messina l’hub del Mediterraneo”.
Un carrozzone inutile che, paradossalmente, in vista della riforma Lupi potrebbe trasformarsi nell’arma in più per difendere l’Autorità portuale,anche grazie alla fine del contenzioso tra i due enti, sfociato in un protocollo d’intesa siglato di recente.
Rosaria Brancato