Pranzo a casa per Carlo Borella, il costruttore arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento dell'impresa di famiglia, la Demoter. Dopo otto mesi e 10 giorni di reclusione nel carcere di Gazzi, l'ex presidente della sezione messinese dell'Ance – la sigla dei costruttori – ha visto aprirsi le porte della cella ed è tornato dalla sua famiglia.
La seconda sezione del Tribunale – presidente Samperi – gli ha infatti concesso i domiciliari accogliendo l'istanza dei suoi difensori, gli avvocati Isabella Barone e Alberto Gullino. E' a casa, quindi, che l'imprenditore attivo in diversi paesi aspetterà l'inizio del processo, che comincerà a fine mese. Al banco degli imputati insieme a Carlo Borella ci sono diversi familiari e stretti collaboratori, ai vertici e nei collegi sindacali delle società collegate alla Demoter.
L'inchiesta parte dal concordato della holding di famiglia da cui è "nata" la Cubo. L'impresa registrava fatturati da 60 milioni di euro ed è stata dichiarata fallita nel febbraio 2013. Il 30 gennaio 2013, su istanza del liquidatore, il commercialista Maurizio Cacace, il Tribunale aveva ratificato il concordato. Proprio sul concordato che ruota l'inchiesta guidata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, affidata ai sostituti Fabrizio Monaco ed Antonio Carchietti e condotta dalla Squadra Mobile di Messina, diretta da Giuseppe Anzalone.
Secondo l'accusa la Demoter era stata "smembrata", attraverso lo stesso concordato, restando peró nelle mani della famiglia, visto che le imprese, all'interno delle quali sono stati trasferiti i rami d'azienda ceduti, erano intestate familiari o soggetti ad essi strettamente collegati. Gli imputati hanno sempre difeso la regolarità delle operazioni effettuate.
Non è la prima tegola giudiziaria caduta sul capo del costruttore: quando gli investigatori scoprirono che i boss di Barcellona avevano imposto il pizzo ad un cantiere Demoter in provincia, l'imprenditore negò di aver pagato, uscendone con una condanna per favoreggiamento; condannato anche il suo geometra di fiducia.