Il 17 aprile si avvicina e dall’esito del referendum sulle trivelle si capirà se gli italiani vogliono o meno impedire il rinnovo delle concessioni già esistenti per l'estrazione.
La questione oggetto di referendum riguarda il futuro di nuove piattaforme, oltre quelle già esistenti, che preleverebbero, non solo da pozzi di terra, ma anche dal mare, combustibili fossili che si rivelerebbero così dannosi per l'ambiente e per le acque del mare italiano, rischiando di causare alluvioni, frane, uragani ed altre calamità.
Prima di tutto, dunque, "SI" guarda alla tutela dell'ambiente e alla salute del territorio.
Ma, secondo i sostenitori del SI, investire sul petrolio potrebbe rivelarsi inoltre un vero e proprio azzardo economico: indubbiamente infatti il petrolio potrebbe rappresentare una risorsa preziosa ma non è da escludere che venga poi rivenduto altrove; tutt'al più, con moltissime probabilità, questa risorsa potrebbe non ricoprire ugualmente il fabbisogno dell'intero territorio quindi risulterebbe comunque uno spreco di denaro, di risorse ed un calo del turismo.
La presenza delle trivelle, secondo i sostenitori del sì, metterebbe a serio rischio la bellezza del Paese e delle sue attività primarie. Tra queste: per l'appunto il turismo, la pesca, il patrimonio culturale, storico ed artistico dell'area in questione.
A far parte dell'altro schieramento, ovvero quello del "NO", i cui sostenitori sono definiti da molti "Gli ottimisti e i razionali", sono per lo più nuclearisti convinti: l'estrazione del gas, secondo il loro punto di vista, sarebbe sicura, non creerebbe problemi o danni e sarebbe, in ogni caso, soggetta a numerose operazioni di monitoraggio da parte di Capitanerie di Porto, Usl, Asl ed altri ministeri competenti.
Insomma, la questione ha creato un vero e proprio divario in tutta Italia tra i sostenitori dell'ambiente e quelli delle trivelle, molti dei quali ritengono addirittura uno spreco di denaro l'istituzione del referendum.
Numerose le regioni italiane ad essere coinvolte direttamente in questa faccenda; e tra queste, c'è proprio la Sicilia, che, qualora il provvedimento venisse attuato, assisterebbe addirittura alla realizzazione di ben 7 trivelle collocate secondo criteri, per molti abitanti, incomprensibili.
La squadra del SI sostiene, che anche se la Sicilia scoprisse il petrolio, la nostra amata isola resterebbe comunque povera dal momento che i guadagni verrebbero comunque intascati solo ed esclusivamente da chi lo estrae e dalle royalties petrolifere.
In vista delle votazioni del 17 aprile, diventano sempre più numerose le iniziative volte alla sensibilizzazione della cittadinanza in merito a questa problematica.
L'associazione Antimafie Rita Atria, che da anni attraverso comunicati, dossier, documenti ufficiali e soprattutto varie denunce nelle regioni Sicilia e Abruzzo è impegnata nella lotta contro il "business dell'incenerimento", scrive in un comunicato: "L'Italia non è mai stata una democrazia compiuta. Sono stati demoliti progressivamente diritti acquisiti, mentre altri vengono continuamente negati. Stanno partendo raccolte firme per l'opzione "trivelle zero", contro i nuovi inceneritori proposti dallo Sbocca Italia".
Ad unirsi al coro "SI FERMIAMO LE TRIVELLE" anche Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei lavoratori, Giovanni Interdonato che rappresenta il comitato No Frane della riviera ionica messinese, sempre sul versante ionico Claudio Mucari di SI FERMIAMO LE TRIVELLE, Rosaria Spadaro per la Confederazione Unitaria di Base (CUB), Nino Miceli responsabile del movimento scalettese "Aiutiamoci Noi", che il 9 aprile, dalle ore 16 alle ore 24, invitano la popolazione interessata alla difesa della salute dell'ambiente e del territorio, del lavoro e del futuro energetico compatibile alla natura e alla civiltà, svincolata dunque dalla logica del profitto, a Letojanni , presso la Piazza Durante a partecipare ad un'attività di volantinaggio di controinformazione sul referendum del 17 aprile.
Saranno svolti anche ulteriori banchetti informativi nei prossimi giorni sempre sul versante ionico.
A gridare SI al referendum contro le trivelle anche il movimento "Vento dello Stretto", capitanato dal presidente Ferdinando Croce.
Proprio stamane, infatti, presso la Sala Ovale del Comune l'associazione, insieme con Fare Verde Onlus, ha presentato le differenti attività informative propedeutiche alla consultazione referendaria del 17 aprile 2016, nell'ambito del Comitato Regionale "La bellezza non SI trivella".
Tra i presenti alla conferenza stampa: Francesco Rizzo e Piero Gatto di Fare Verde ONLUS, Ferdinando Croce, il consigliere comunale Piero Adamo, il consigliere della IV Circoscrizione Daniele Travisano, Marina Trimarchi presidente di ZDA, e il segretario regionale UGL Giovani Sicilia Felice Panebianco.
Durante l'incontro è stato annunciato il banchetto informativo permanente che si svolgerà nella giornata di sabato 9 a Piazza Cairoli, dalle ore 9 alle ore 19, nel corso del quale verranno distribuiti volantini e documenti informativi che spiegheranno le ragioni del perchè votare SI.
Ultime, ma non certo per importanza, anche le parrocchie messinesi che si aprono al dibattito con i fedeli e la popolazione in generale, per discutere il valore di questo referendum.
Una tra tutte, la Chiesa di Sperone che, insieme all'associazione di volontariato progetto Sperone, ha in programma un vero e proprio dibattito rivolto a tutti coloro i quali volessero partecipare.
L'incontro, presieduto dal relatore Prof. Ginatempo docente di fisica sperimentale all'Università degli Studi di Messina, è previsto per la giornata del 13 aprile alle ore 18.30, presso il salone parrocchiale.
Insomma, davvero tante le iniziative in programma.
SIlvia Mondì