Operazioni al limite del riciclaggio, situazioni di incompatibilità di soci coinvolti negli organi di gestione. Sono queste le maggiori criticità segnalate da Bankitalia nella gestione del Banco di Credito Peloritano, l’istituto di credito messinese commissariato da qualche settimana.
Criticità che hanno nomi, cognomi e numeri di conto corrente e che hanno convito gli ispettori della Banca d’Italia a chiedere alla Regione di sciogliere gli organi amministrativi e di controllo e affidare la gestione a due commissari.
Il percorso dell’istituto, che non ha sofferenze di bilancio e anzi gode di ottima salute dal punto di vista finanziario, è ora segnato. All’orizzonte si intravede l’acquisizione da parte di altre realtà finanziarie oppure la messa in liquidazione del Banco.
Una scelta che spetterà ai commissari – il dottor Gandolfo Spagnuolo e l’avvocato Giovanni Giurdanella – e ai tre componenti del comitato di sorveglianza, i dottori Andrea Dara e Giuseppe Glorioso e l’avvocato Francesca Romana De Vita.
In questi giorni i commissari sono impegnati a fare ordine nella gestione della banca che ha sede in via Oratorio San Francesco, all’interno dell’avverinistico palazzo di vetro realizzato da uno dei soci, il costruttore Nino Giordano. L’obiettivo dichiarato del loro lavoro è preservare la liquidità e modificare la governance per irrobustirla, anche in prospettiva di un eventuale dialogo con altre realtà per l’acquisizione.
Le ombre intraviste nella gestione precedente e addebitate agli organi di vigilanza – il provvedimento dell’assessore Armao ha sciolto il consiglio di amministrazione e il collegio dei probiviri – sono condensate nel verbale degli ispettori di Bankitalia che riguarda in particolare operazioni compiute negli ultimi due anni. Tra queste, in particolare, operazioni vietate dalla normativa sul riciclaggio e ruoli controversi negli organi di gestione.
I commissari verificheranno, su indicazione del report, le operazioni effettuate e i profili dei soggetti ai quali sono stati concessi affidamenti di credito, verificando eventuali coinvolgimenti in inchieste giudiziarie o i profili di garanzia. Operazioni trattate dagli organi di vigilanza, secondo Bankitalia, con una certa superficialità.
Se pur l’intento dei commissari è quello di preservare la liquidità e rassicurare i correntisti, il loro operato e lo stesso dossier di Bankitalia non sono ancora stati inseriti in un processo di trasparenza degli atti. Ma gli sviluppi “visibili” del loro lavoro sembrano annunciarsi a breve.
Banca Peloritana è la più recente realtà creditizia e finanziaria messinese, associata Confindustria. Negli ultimi anni conti correnti, volumi e apporto societario erano cresciuti a ritmi elevatissimi, portando all’apertura di due filiali, a Barcellona pozzo di Gotto e Capo d’Orlando. Tra i soci alcune grosse realtà economiche della provincia: oltre a Giordano, il gioielliere Francesco Sofia, l’avvocato Dino Arrigo, il patron della Fire Sergio Bommarito. Quest’ultimo aveva rassegnato le dimissioni, con effetto però daaprile. In sella, del precedente managment, rimane soltanto il direttore Paolo Muscolino.
In merito alla posizione di Bommarito, l’ufficio comunicazione precisa che le dimissioni sono state rassegnate il 18 marzo 2019 con effetto immediato.