La rinuncia della società Città di Messina allo stadio Celeste è ancora solo una dichiarazione d’intenti ma non c’è alcun documento ufficiale. Parte da questa premessa la nota dei consiglieri, rispettivamente della III e della II circoscrizione, Santi Interdonato e Giampiero Terranova. Se alle parole seguiranno i fatti, “appare necessario che si compia una approfondita valutazione in merito alle strategie di impiego degli impianti sportivi comunali nel loro complesso e, nello specifico, a partire proprio dallo storico stadio di Via Oreto”.
La richiesta è, dunque, quella di destinare la fruizione dello stadio non solo all’Acr Messina, che ne ha fatto istanza per gli allenamenti e le partite del settore giovanile, ma anche alle altre squadre minori, visto anche che il campo di Galati Marina è inagibile a seguito delle mareggiate dello scorso inverno.
“La scelta migliore – secondo Interdonato e Terranova – appare quella di procedere ad una esternalizzazione mediante il conferimento in gestione dell’impianto a seguito di una procedura ad evidenza pubblica che conduca alla instaurazione di un rapporto pluriennale regolato da una specifica convenzione. La convenzione dovrebbe prevedere diritti ed obblighi reciproci tra affidante ed affidatario, un apposito piano di gestione con la prospettiva di investimenti e migliorie. Il gestore dovrebbe essere tenuto a consentire la migliore utilizzazione possibile da parte delle società minori, secondo le tariffe previste dal Comune, per le quali, tra l’altro, occorre un’opera di adeguamento, visto che le stesse risalgono a quelle determinate con la delibera di Giunta Municipale numero 134 del 2002 ed ormai troppo basse. Se il Comune riuscisse ad adottare una politica di gestione dell’impianto otterrebbe il beneficio di realizzare ricavi o quantomeno sgravarsi completamente dei costi e, nel contempo, offrire un servizio alla collettività”.
Così come esiste una bozza di bando per il “Marullo” di Bisconte, lo stesso si chiede venga fatto per il Celeste. “È chiaro – osservano Interdonato e Terranova – che nulla esclude che il soggetto gestore possa divenire la stessa società ACR Messina, qualora essa si aggiudicasse il diritto sulla base di un adeguato progetto di gestione e sviluppo. Di certo, però, tale impostazione rappresenta cosa ben diversa dall’ipotesi di dare la struttura in uso esclusivo all’ACR Messina, essendo stata richiesta la non meglio specificata disponibilità per il settore giovanile, tra l’altro, proprio mentre contestualmente la stessa Società vuole ottenere la concessione per novantanove anni dello stadio “San Filippo” e delle aree limitrofe proprio per realizzare campi ed altre strutture sportive. L’idea di conferire non uno, ma due stadi comunali alla stessa società sportiva senza “se” e senza “ma”, appare eccessiva”.