Una lettera alla Regina d’Inghilterrà, “Queen Elizabeth”, con tanto di indirizzo “Buckingham Palace, London Sw1A 1AA”. E altre a varie istituzioni tra cui l’Ambasciata italiana a Londra, il ministro per i Beni culturali, il ministro per gli Affari esteri. Il contenuto è sempre più o meno lo stesso: sensibilizzare tutti, ognuno per la sua parte, perchè favoriscano “approfondimenti culturali”, necessari a verificare le ipotesi su una possibile nascita di William Shakespeare a Messina nel 1564. A scriverla il presidente del consiglio comunale Pippo Previti, che nel corso di una conferenza stampa, stamani, ha inoltre spiegato le ragioni per le quali il consiglio comunale, con delibera n. 61/C dell’otto agosto scorso, ha concesso la cittadinanza onoraria post mortem a Shakespeare e l’inserimento del nominativo nell’albo degli Uomini Illustri di Messina, in corso di elaborazione. In coincidenza con la “Notte della Cultura” del febbraio scorso, alla presenza dell’assessore alla toponomastica, Carmelo Santalco, e dello stesso Previti fu scoperta una targa marmorea dedicata a Shakespeare che ambientò a Messina una sua opera.
L’Amministrazione comunale ha voluto ricordare questo riferimento letterario, con una targa posta alle spalle del Duomo, con l’iscrizione:“I learn in this letter that Don Pedro of Arragon comes this night to Messina…He hath an uncle here in Messina will be very much glad of it.” “Questa lettera dice che Don Pedro d’Aragona sarà qui a Messina in serata…Ha uno zio qui a Messina; sarà contento di lui”. (William Shakespeare, “Much Ado About Nothing”, “Molto rumore per nulla”, Atto I, Scena I). La commedia teatrale “Molto rumore per nulla”, (titolo originale: “Much ado about nothing”), scritta da Shakespeare tra il 1598 e il 1599, con personaggi tutti messinesi, è ambientata a Messina. Il principe Don Pedro d’Aragona, al ritorno da imprese d’armi, si ferma a Messina dal vecchio amico Leonato, Governatore di Messina. Uno dei favoriti del principe, il conte fiorentino Claudio, si innamora di Ero, figlia di Leonato. Il matrimonio sembra definito, ma varie oscure vicende convincono Claudio di ripudiarla pubblicamente, accusandola di lussuria. Svelato pero il complotto ordito, Claudio non esita ad accettare la richiesta di Leonato di sposare una fantomatica nipote, che si rivela infine essere la rediviva Ero. Don Juan, fuggito da Messina al peggiorare della situazione, viene riacciuffato e imprigionato.
«Se tre indizi fanno una prova – ha affermato oggi in conferenza stampa l’arch. Nino Principato – in questo caso di indizi ne abbiamo almeno una ventina. Poter vantare un’origine messinese del “Bardo” significherebbe creare un indotto importante per la città». Da qui l’idea, caldeggiata anche dal fratello di Pippo Previti, il consigliere provinciale dell’Mpa Nino Previti, di «voler vedersi riconosciuta la messinesità di Shakespeare». Ma per far questo, come sottolineato dal presidente del consiglio comunale, «servono approfonditi studi, per cui serve che la regina Elisabetta “apra” agli studiosi italiani gli archivi della biblioteca inglese».