Una tragedia immane. Morti sul lavoro e per il lavoro. Ciò che è accaduto ieri pomeriggio sulla nave Sansovino, nel porto di Messina, sarà adesso al vaglio della magistratura. Si cercheranno le responsabilità, si cercherà di capire perché cinque uomini di quella nave sono scesi a controllare una cisterna e non sono più risaliti. Ciò che è certo è che quella di ieri, dopo il Segesta jet, è la più grande tragedia sul lavoro che Messina si ritrova a piangere. E ancora una volta tra i marittimi. Tra chi aveva avuto l’opportunità di costruire il proprio futuro su quella ricchezza del nostro mare che per loro è diventata una tomba. Oggi ci si ritrova a dover riflettere sul fatto che nel 2016 nessuno dovrebbe morire mentre lavora. Mentre svolge il proprio dovere. Eppure accade ancora. E ciò dovrà quantomeno aprire a tutti i livelli una seria riflessione sulla sicurezza sul lavoro, sulle norme da rispettare, sulla formazione, sui tagli di risorse che spesso incidono proprio sui lavoratori.
Il mondo sindacale si è stretto attorno alle vittime, alle loro famiglie, ai tanti uomini di mare che da ieri piangono i propri colleghi. Un’unica voce che chiede diritti e sicurezza. Oggi più che mai.
“Ci stringiamo al dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari. Anche questo sindacato sta vivendo una grande tragedia”. Lo ha detto Agostino Falanga, commissario della UilTrasporti Sicilia, che aggiunge: “Speriamo che la magistratura chiarisca il prima possibile le cause di questo tragico incidente. Hanno perso la vita validi lavoratori iscritti a questo sindacato. Li conoscevamo tutti ed erano grandi e seri lavoratori. La vita del mare è una vita difficile che ti costringe a stare lontano da casa per molto tempo. E’ un lavoro crudo e crudele e si investe poco sulla sicurezza, lo denunciamo da sempre. Adesso aspettiamo risposte”.
«Siamo costernati e molto arrabbiati – hanno detto, a caldo, il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese e il segretario provinciale del Fim Cisl, Nino Alibrandi – Pensiamo alle famiglie, al valore del lavoro in questo territorio, a quanto non si debba mai abbassare la guardia. La sicurezza è il dovere del giorno prima non il rammarico per ciò che si doveva e poteva fare. Non bastano le leggi se non vengono applicate, non basta nessuna giustificazione e non esiste mai nessun motivo valido per non tutelare la salute dei lavoratori. Non esiste nessuna giustificazione economica né organizzativa». Tonino Genovese e Nino Alibrandi si rivolgono anche alla Prefetto Ferrandino. «Convochi presso i suoi uffici il tavolo del lavoro già costituito, anche sulle tutele della sicurezza nel lavoro, presso l’ispettorato per dare concretezza agli atti conseguenti. Giusto e doveroso ricercare le responsabilità, ma quei lavoratori strappati ai loro affetti non torneranno a casa».
Per la Cgil di Messina il drammatico e pesante bilancio della tragedia che ha colpito alcuni membri dell'equipaggio della nave traghetto Sansovino nel porto di Messina impone che sia fatta piena luce su quanto accaduto e sottolinea come questo ennesimo dramma sul lavoro riproponga con forza il tema della sicurezza di chi lavora e suggerisca la definizione di sempre più accurate procedure.
“Altri morti nel lavoro, questa volta in ambiente marittimo, ormai è un bollettino di guerra giornaliero”. L’OR.S.A., da sempre impegnata nel rivendicare i massimi livelli di sicurezza in ambito marittimo, esprime cordoglio alle famiglie dei lavoratori periti durante l’esercizio delle loro funzioni e nel contempo auspica che le istituzioni competenti facciano immediata chiarezza sull’accaduto. “La pulizia delle cisterne nelle navi è un’operazione delicatissima da eseguire secondo una severa normativa volta a eliminare i gas residui (gas free) per prevenire inquinamenti e incidenti al personale che lavora nei pressi della cisterna aperta. Non conoscendo le dinamiche che hanno causato il grave incidente nella nave Sansovino evitiamo di accampare ipotesi improvvisate, ma il fatto che 4 lavoratori esperti abbiano seguito lo stesso triste destino, lascia immaginare che qualcosa non sia andato per il verso giusto nelle operazioni di sicurezza preventive. L’inchiesta è aperta e le indagini faranno chiarezza, si spera che non ci si perda nelle note lungaggini”.
Anche l'organizzazione Fast Confsal Porti ha espresso cordoglio e propria solidarietà nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, auspicando in un veloce accertamento delle indagini, condotte su ordine della procura, dalla capitaneria di Porto di Messina, per eventuali accertamenti di responsabilità dovute, ad un eventuale non corretto uso della normativa in materia di sicurezza.
Un messaggio è arrivato anche dalle segreterie nazionali dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil: "Ci stringiamo ai familiari dei lavoratori morti e dei feriti. Una nuova inaccettabile tragedia sul lavoro. Attendiamo di conoscere da parte della magistratura l'esatta dinamica e chiediamo, per fare luce al più presto, un'inchiesta immediata da parte degli enti di controllo del ministero dei Trasporti. Intanto rileviamo che altre vite umane si aggiungono alla tragica e fitta schiera delle morti bianche, indegna di un Paese civile. Questo tragico evento a pochi giorni da un altro nel porto di Salerno – denunciano infine i tre sindacati nazionali – mette sotto gli occhi di tutti l'urgenza di un immediato intervento legislativo di adeguamento delle norme che disciplinano la sicurezza nei porti e sulle navi".
Francesca Stornante