MESSINA – Il ritorno della tradizione e delle processioni dopo il Covid. Dopo la Madonna della Lettera e in attesa della Vara, ieri il giorno del Corpus Domini è stato caratterizzato dalla partecipazione religiosa dopo lo stop di due anni per il Covid. Il tutto grazie alla processione del Vascelluzzo, macchina processionale in argento a forma di vascello, da Piazza Duomo per le vie della città.
Un’antica tradizione popolare, tra assedi e carestie, caratterizza questa processione.
La storia del Vascelluzzo ha radici antiche. Si tratta di un vascello a tre alberi lungo circa un metro con l’anima in legno rivestito da lamine d’argento che riproduce in maniera molto fedele un galeone. Il tutto è finemente lavorato a cesello. Sull’intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644 (le date sulla base, 1767 e 1792, fanno pensare che questa sia successiva al vascello), ma documenti della fine del XVI secolo fanno accenni alla realizzazione dell’opera che la confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione.
Su due dei tre alberi viene fissato un reliquario che contiene i capelli con i quali, secondo la tradizione, la Madonna legò la lettera inviata ai messinesi. Sopra, due argentei puttini alati reggono una corona. Dalle fiancate sporgono otto cannoni per parte; altri sono presenti sulla poppa che mostra anche quattro cariatidi dorate. Sempre sulla poppa è presente l’immagine della Madonna sullo sfondo di Messina: è visibile la Palazzata di Simone Gullì cominciata nel 1622.