L’ultimo giorno dell’anno è sempre una buona occasione per i “nuovi propositi”, tanto cari anche se poi non si mettono in pratica. L’anno che è appena andato per Messina è sicuramente un anno da cancellare e il 2013 va visto per forza come il punto di ripartenza. Rifiorire è l’imperativo categorico. Da Antonino Sapienza arrivano i consigli per un nuovo sviluppo di Messina.
“Invece di lamentarci come solo noi sappiamo fare, e piangerci addosso, proviamo ad iniziare questo nuovo anno col piede giusto, immaginando cosa sia possibile fare per una città come la nostra che deve sin da subito iniziare un nuovo percorso fatto di una seria e concreta programmazione. E’ importante capire l’origine di questo scempio per non commettere gli stessi errori. La situazione attuale è sicuramente da attribuire ad una serie circostanze negative, una sorta di tempesta perfetta pilotata che si abbatte sulla nostra città dagli anni ’70, causata dalla scarsa dinamica delle forze produttive, dallo sviluppo di egemonie monopolistiche e da una politica aristocratica, conservatrice di casta che sino ai nostri giorni, impedisce l’agognato sviluppo legato ai moderni mercati ed alla libera concorrenza. Settori strategici come l’edilizia, l’agrumario ed il marittimo, fiori all’occhiello dell’economia degli anni 50, sono solo un lontano ricordo, affievolito dalla crescita di apparati pubblici pachidermici e parassitari che hanno dato l’ennesimo colpo di grazia ad un tessuto sociale ed economico già profondamente logorato dalle crisi di questi anni. La valorizzazione dei punti di forza della città stessa è già di per se un’ottima base di partenza ma una strategia a medio e lungo termine diventa fondamentale. Paesaggio e cultura, potranno essere rivalutati solo tramite nuove infrastrutture appetibili ai turisti ma soprattutto agli investitori che fino ad ora, spaventati dai meandri burocratici e politici, hanno solo osservato a distanza l’evoluzione di un territorio poco sfruttato ma con enormi potenzialità. Diventa essenziale, creare una piattaforma di proposte ed offerte allettanti per attrarre investimenti, anche esteri, che vedono ancora la Sicilia come opportunità di business, specie nei settori marittimo e crocieristico ed in grado di interagire con le realtà locali e con strutture satelliti su tutta la provincia e sui peloritani. In un mondo globalizzato una città che preserva le sue potenzialità solo agli imprenditori locali è una città destinata a perire ed a subire caste e monopoli. Messina nei prossimi anni si dovrà aprire al mercato globale, pensando in grande ma mantenendo la propria identità e cultura. Adesso la rabbia accumulata, faccia posto a quella consapevolezza che diventi subito azione a tutti i livelli e cambi i vecchi concetti di sviluppo legati alle clientele e radicati nella nostra cultura”.