MESSINA – Va in soffitta anche l’inchiesta che riguarda l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti e la sua Giunta, per quel che riguarda i sospetti di falso sui bilanci comunali di quegli anni. Una inchiesta partita nel 2019 e a lungo rimasta “a bagnomaria” in attesa degli sviluppi del processo “madre”, quello che ha visto imputati il predecessore Giuseppe Buzzanca, assessori, dirigenti e revisori del Comune tra il 2009 e il 2012.
Le vicende cristalizzate nelle ipotesi di reato di falso in bilancio – per evitare il dissesto in sostanza – erano di fatto e in buona parte sovrapponibili, dall’una all’altra amministrazione. L’assoluzione di tutti nel caso di Buzzanca, quindi, e una certa giurisprudenza consolidata anche per casi analoghi messi sotto la lente dalle procure di altre città, ha pesato anche sulla definizione di questa seconda tranche di accertamenti e il pubblico ministero Antonio Carchietti ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del fascicolo. Le ipotesi d’accusa non reggerebbero al processo, secondo Palazzo Piacentini.
E’ facile pensare che il provvedimento a cascata condizionerà anche le eventuali successive tranche di accertamento sui conti e le procedure contabili di Palazzo Zanca.