Di seguito la riflessione di Carlo Callegari, delegato prov. Partito animalista
L’indagine della Procura sui bilanci della giunta Accorinti a partire dal 2014 sembra riportare a contestabile normalità la vantata anomalia delle elezioni amministrative del 2013.
Se l’annichilimento dei partiti voluto dai loro elettori sedotti dalla suggestione di un voto emancipatore fece pronosticare un nuovo inizio, l’ipotesi accusatoria addensa l’ombra di un disegno, subito denunciato e poi convincentemente argomentato in consiglio comunale e sulla stampa, e infine documentato in un libro da Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, di appaltare la gestione dell’immutabile continuità di interessi parassitari e clientelari ad alieni insospettabili camuffati da rivoluzionari pauperistici.
Infatti, si può supporre che i titolari di diritto dei privilegi, certi dell’impossibilità di amministrare nel turbine di accuse scontate sollevato dal risentimento popolare e da fondata sfiducia, abbiano saputo scorgere nel sincero successo elettorale del candidato Accorinti l’opportunità di proteggersi nella persona e nelle sostanze mimetizzandosi nello spettacolo farsesco dell’ostentazione dell’innocenza e dell’onestà dei prestanomi ingaggiati.
Il sistema dell’informazione, forse mai ripresosi dalla sorpresa dell’esito elettorale, s’è cavallerescamente mostrato indulgente verso l’impreparazione di amministratori inesperti, ma onesti, e verso la scorrettezza istituzionale di comportamenti volgari, ma genuini.
L’aura di superiorità morale attribuita ad Accorinti dai media li ha resi timorosi nel criticare e incapaci a capire e a far comprendere. Chi si è affidato alla giunta Accorinti, sapeva di poter contare su quasi tutto il consiglio comunale. Infatti, pur criticando i modi, i tempi e il contenuto dei bilanci, il consiglio li ha sempre approvati “con senso di responsabilità”,che sotto l’indagine può ribattezzarsi senso di corresponsabilità.
Non si fa torto all’intelligenza affermando che la giunta Accorinti ha governato in continuità con quelli di prima , facendo tutti contenti. Oltre all’opposizione politica di Nina LoPresti e di Gino Sturniolo, le cronache hanno raccontato dell’avversione della giunta e del sindaco nei confronti dei revisori dei conti per le puntuali osservazioni critiche ai documenti contabili, che, cogliendo nel segno, obbligavano la giunta a correggersi.
E, per aver svolto bene il suo incarico, il presidente dei revisori,Dario Zaccone, stato pubblicamente accusato sul “Manifesto” dall’assessore Tonino Perna di boicottare l’opera riformatrice dell’amministrazione per conto di Genovese. Querelato da Dario Zaccone , l’assessore Perna la vigilia del processo ha pubblicamente ritrattato,giustificandosi d’aver raccolto le calunnie in giunta.
Indiziati dalla Procura, i revisori possono star tranquilli, perché per nemesi storica saranno difesi dai loro accusatori. La legge dell’eterogenesi dei f ini ha funzionato.
Carlo Callegari, delegato Partito Animalista Messina e provincia.