Nella narrazione dell’amministrazione Accorinti l’ATM è il fiore all’occhiello, il simbolo della rinascita e del risanamento, così come Messinambiente la manifestazione più esplicita di un’azienda decotta, frutto della mala gestione, nella quale alla carenza di liquidità si sopperiva con il mancato pagamento delle imposte. Effettivamente il bilancio 2012 di Messinambiente segnalava debiti tributari (IVA, Irap, ecc.) per quasi 40 milioni di euro e debiti verso gli istituti di previdenza e di sicurezza sociale (INPS, INAIL, ecc.) per oltre 7 milioni di euro (il totale dei debiti della società era di 62 milioni). Nel 2013 il totale dei debiti scendeva di circa un milione di euro, mentre nel 2014 saliva a 69 milioni (debiti tributari per 51 milioni e verso gli enti di previdenza e sicurezza sociale per quasi 5 milioni). Nel 2015 i debiti tributari arrivavano a 58 milioni e il totale dei debiti a 76 milioni e mezzo. Circa un mese fa, a reti unificate, Accorinti, denunciava i 100 milioni di debiti di Messinambiente, così fortemente incrementati anche nel corso della sua gestione. A ben guardare, però, nonostante, commentando il bilancio 2016, siano state pronunciate parole grosse sul processo di risanamento dell’azienda del trasporto pubblico locale, il trend dell’indebitamento dell’ATM (già descritto in “Assolto per non aver compreso il fatto”) sembra simile a quello di Messinambiente. I debiti tributari sono, infatti, cresciuti progressivamente dal 2013 (anno di insediamento dell’amministrazione Accorinti) al 2016 da 4.163.897 euro a 12.480.245 euro, i debiti verso gli istituti di previdenza e di sicurezza sociale da 5.615.978 euro a 18.524.275 euro e il totale dei debiti da 50.607.243 euro a 66.127.440 euro. Di contro i crediti sono rimasti fondamentalmente stabili e il valore della produzione è aumentato negli stessi anni di 5 milioni (a fronte di un aumento dei debiti tributari e verso gli istituti di previdenza e sicurezza sociale di oltre 21 milioni di euro). L’utile di esercizio dei vari anni risulta in lieve calo.
Gino Sturniolo