cronaca

Birra Messina, ci sono due indagati per i veleni nello stabilimento abbandonato

Sono indagati per reati ambientali e omissione le due persone individuate dalla Procura come responsabili della manutenzione dello stabilimento abbandonato della Birra Messina dove nei giorni scorsi è scattato il blitz della Polizia Municipale, guidata dal comandante Giovanni Giardina, che ha trovato sostanze di scarto e bidoni sospetti nell’area.

Dopo il sequestro, la Procura guidata da Antonio D’Amato ha notificato gli avvisi di garanzia al commissario liquidatore, il commercialista Gaetano Panzera, e la titolare della Triscele in liquidazione, Maria Isabella Martella.

I locali di via Bonino sono ora interdetti ed affidati ad un custode che come primo compito dovrà relazionare sullo stato dei luoghi, catalogare i fusti e programmare le operazioni di messa in sicurezza e bonifica. Proprio in vista delle operazioni di bonifica e di analisi del contenuto dei fusti sono stati spiccati gli avvisi di garanzia, a tutela degli interessati.

I contenitori saranno sottoposti ad analisi scientifiche per capire cosa esattamente contengono e in che quantità e se la zona sia ulteriormente contaminata; il sospetto è che si tratti di sostanze tossiche e inquinanti. Sarà anche analizzato il rischio per l’area intorno.

L’area dello stabilimento, dove le operazioni di bonifica erano cominciate già prima dell’irruzione dei vigili urbani e in gran parte completate, ad eccezione appunto della zona dove sono stati rinvenuti i fusti, era stata messa all’asta dal commercialista incaricato. L’ultima apertura della vendita era fissata a giugno scorso. La vendita, con importo a base d’asta di poco di più di 4 milioni 380 mila euro, è andata deserta.