Le premesse sono ottimali, la volontà è ferrea e quel sentimento di patriottismo messinese sembra esser davvero sul punto di risvegliarsi.
L’esordio della raccolta fondi a sostegno dello storico “Birrificio Messina”, inaugurato il 4 agosto in occasione di un evento nella location dell’Horcynus Orca, ha già riscosso applausi e incoraggiamenti in tutta la città.
La triste, ma meravigliosa, storia della Birra Messina ha le sue radici nel lontano 1923, quando la famiglia Lo Presti – Faranda decretò l’inizio della 5 malti più famosa della Sicilia.
65 anni di prosperità fin quando, come troppo spesso accade, sulla vicenda hanno cominciarono ad intervenire fattori estranei e poco propensi alla valorizzazione messinese.
Tre date: 1988, anno in cui subentra la Heineken Italia; 2007, anno in cui Peter Hebron, Amministratore Delegato, annuncia la chiusura dello stabilimento e il trasferimento di maestranze e attività produttive presso altri luoghi; sempre 2007, anno in cui la Triscele di Francesco Faranda stringe accordi con la Heineken Italia per la rilevazione di edifici e maestranze.
E, a partire da quell’anno, la crisi (economica e affettiva) fu una continua discesa verso il baratro.
Acquisti di bottiglie a prezzi altissimi, produzione della birra in Slovenia (con una ricetta locale), costi di trasporto elevati, impossibilità nel pagare i dipendenti, riduzioni stipendiali, cassa integrazione straordinaria, lettere di licenziamento, proteste ed occupazioni del Comune.
Insomma, una spirale rivoltata che, nel giro di sei anni, ha condotto lo storico edificio della Birra Messina al fallimento più assoluto, costringendo lavoratori e sostenitori a proteste e sit-in interminabili nella speranza di un intervento immediato.
Anche il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, si era più volte espresso in merito alla questione. “Il Governo regionale sta pensando ad un progetto per proteggere lo stabilimento della Birra Messina, un patrimonio storico e materiale della città dello Stretto, nonché uno degli insediamenti industriali più potenti dell’isola”, aveva annunciato a gennaio a seguito di un incontro a Catania proprio con una delegazione dei lavoratori Triscele.
Intenzione ribadita anche ultimamente, in occasione delle numerose visite del Presidente per il sostegno alla campagna elettorale di Felice Calabrò.
Promesse e intenzioni che, ad oggi, non hanno però mai conosciuto un seguito concreto.
Eppure la volontà dei lavoratori ex-Triscele non è mai venuta meno, così come la loro ostinazione nel voler mantenere operativo il loro lavoro e la loro birra.
In primis hanno attivato una raccolta firme online per il sostegno formale alla loro causa e, poi, ferrei nella persecuzione del loro intento hanno fondato una cooperativa, la “Birreria Messina”, con un conto corrente ad hoc (IT38M0501804600000000133502), intestato alla Fondazione di Comunità presieduta da Gaetano Giunta, e operativo presso la Banca Popolare Etica di Palermo.
E la prima donazione, firmata 4 agosto, è stata proprio quella della Fondazione di Comunità che ha deciso di “inaugurare il conto” con un contributo di 10mila euro.
Un inizio, un piccolo mattoncino che – auspicano i lavoratori – possa condurre la cittadinanza a sostenere, anche solo con un euro, una causa patriotticamente messinese che, come si è visto, ha accompagnato la città per quasi un secolo di storia.
E poiché la matematica non è opinione, gli attivisti del Movimento 5 stelle di Messina hanno già fatto due conti: “Ricordiamo come 16.000 furono le firme di cittadini raccolte, nel lontano 2008, durante i mesi di duri presidi dei lavoratori – hanno scritto in una nota – Se quei 16.000 cittadini donassero solo 10 euro l’uno, domani stesso lo stabilimento potrebbe riaprire”.
Starà ai messinesi decidere da quale parte stare.
Veronica Crocitti