MESSINA – Cominciano stamane i confronti tra la giudice Simona Finocchiaro e le 26 persone coinvolte nell’operazione anti droga della Polizia scattata ieri tra Messina e Milazzo. La magistrata che ha siglato il provvedimento cautelare ha convocato per primi i 13 arrestati in carcere, poi interrogherà i 13 ai quali ha concesso i domiciliari. Tutti possono decidere se rispondere alle domande, dando la loro versione dei fatti, o tacere avvalendosi della facoltà di non rispondere. Sono difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Cinzia Panebianco, Antonello Scordo, Tino Celi, Giuseppe Bonavita, Gianmarco Silvestro, Filippo Alessi e Pietro Venuti.
I fari della Squadra Mobile sullo spaccio di droga a Fondo Fucile si sono accesi a settembre del 2020 dopo un controllo a casa di Andrea Coppolino, dove gli investigatori trovarono 10 mila euro in banconote di piccolo taglio. In altre due abitazioni dello stesso palazzo, lo stesso giorno, i poliziotti sequestrarono altre due ingenti somme di denaro in ” carte piccole”, tra i 37 e i 41 mila euro. A novembre successivo a casa di Andrea Coppolino si stabilì il fratello Alessio (in foto), ai domiciliari per altri reati.
E’ da lì che partono le intercettazioni degli agenti che, insospettiti dal sequestro di denaro, mettono sotto controllo la palazzina di Fondo Fucile dove ruota il nucleo familiare dei Coppolino, filmando un intenso via vai di giovani e meno giovani, alcuni noti come consumatori di droga, altri presunti pusher, che entravano in casa per pochi istanti per poi uscirne in fretta. In alcune occasioni diversi di loro, prima di allontanarsi, sono stati fermati e controllati: addosso avevano cocaina, marijuana, in qualche occasione anche crack, acquistata poco prima proprio dai Coppolino.
Le cimici hanno poi confermato i sospetti sull’intensa attività di spaccio che si svolgeva nel palazzo, andata avanti almeno fino a tutto il 2021. In più occasioni i Coppolino parlavano esplicitamente di “fumo” e “roba”, con innumerevoli contatti. Tra loro anche Pippo Basile di Milazzo, classe ’66, secondo gli inquirenti un loro contatto stabile. Le conversazioni fanno sospettare che il giro di droga fosse anche più ampio di quello che hanno documentato i poliziotti. Proprio con Basile infatti i Coppolino discutono di rifornimenti a Catania, di spaccio in provincia e di qualità di diverse partite di droga.