Primi tentativi di riappacificazione tra Ato3 e Messinambiente. La guerra fredda che in questi anni si è consumata tra le due società impegnate nella gestione rifiuti nel tempo ha prodotto milioni di euro di debiti e crediti, un contenzioso con numeri da capogiro, un tira e molla continuo per il riconoscimento di somme che servivano per gestire i servizi. Si lavora ancora alla famosa transazione che chiuderà il super contenzioso tra le due partecipate e in questi ultimi mesi di incontri e mediazioni si è riusciti anche a trovare l’accordo su un altro problema che ha rischiato di mettere in ginocchio Messinambiente: le penali per i servizi non resi.
Necessario fare un passo indietro per riepilogare la vicenda. Il caso scoppia a fine estate, quando l’Ato3 e il Dipartimento Ambiente di Palazzo Zanca iniziano una corrispondenza epistolare sullo stato dei servizi resi da Messinambiente. L’Ato, a cui ancora oggi spetta il compito di supervisione sull’operato della società gestita da Alessio Ciacci, inizia a segnalare disservizi sul fronte della pulizia e della raccolta rifiuti, sono i mesi della massima emergenza e così il Comune chiede ulteriori approfondimenti per prendere gli eventuali provvedimenti. Durissimi i responsi dell’Ato che parla di grave peggioramento del servizio effettuato e che intima il Comune a non corrispondere neanche un centesimo per quei mesi di lavoro. Numerose le note, anche nei mesi precedenti, in cui la società d’ambito non esita a dichiarare che il livello di realizzazione dei servizi non raggiungeva nemmeno il minimo indispensabile da assicurarsi in caso di emergenza sanitaria o di sciopero delle maestranze. E sono iniziate a fioccare le penali che nel corso dei mesi hanno bloccato oltre un milione di euro ai già esigui trasferimenti mensili che il Comune riconosce alla società per espletare i servizi. Esigui non tanto per la cifra in se, oggi sono circa 2,3 milioni al mese, ma per il fatto che quasi il 70% di queste somme servono per pagare gli stipendi, lasciando a disposizione solo una piccola quota necessaria a far sopravvivere i servizi.
In quello stesso periodo però sulla testa dell’Ato3 pendeva un decreto ingiuntivo con tanto di pignoramento da 6 milioni di euro fatto da Messinambiente per reclamare somme non riconosciute del 2012 e che mise in crisi la gestione generale della struttura che ad un certo punto si trovò senza liquidità economica non solo per pagare gli stipendi ma anche semplicemente per carburante e bollette del telefono.
Dunque una guerra a suon di note, relazioni e incontri che però oggi forse stanno finalmente portando qualche risultato positivo. Sotterrate le asce di guerra, almeno per il momento, Messinabiente e Ato3, ovviamente insieme al Comune, hanno trovato un accordo per ridurre le penali che da ottobre 2013 a oggi hanno bombardato Messinambiente. Penali per un totale di 1,4 milioni di euro per disservizi e servizi non resi secondo quanto stabilito dalle perizie finanziarie, vere e proprie multe che ogni mese hanno bloccato una parte del corrispettivo che il Comune riconosce alla società in liquidazione di via Dogali. Adesso però sembrano tutti essere decisi a fare un passo indietro e dai tanti incontri che si sono susseguiti negli ultimi tempi è venuta fuori la decisione di ridurre il carico di penali inflitte a Messinambiente, che così avrà un po’ di respiro economico. L’Ato ha deciso di ridurre a 36 mila euro l’importo delle multe comminate da maggio a dicembre 2014 che ammontavano a ben 1.085.000 euro. Circa 800 mila euro saranno trasferiti subito nelle casse di Messinambiente, il resto nelle prossime settimane.
Francesca Stornante