«Contributi tardivi e destinati a una platea troppo ristretta, a causa dei criteri di partecipazione al bando che hanno determinato l’esclusione di tantissimi operatori economici messi in ginocchio dalla pandemia da Covid-19, come dimostrano le numerose segnalazioni pervenute». Così, in una nota, i consiglieri del M5s Cristina Cannistrà, Andrea Argento, Paolo Mangano e Giuseppe Fusco, che intervengono sul tema della “Pmi Card” e sulla concessione di contributi “una tantum” agli esercenti cittadini.
«Le attività commerciali che riceveranno i sostegni da parte del Comune usufruiranno di un contributo a fondo perduto di 3mila euro, finanziati interamente con fondi Poc. Nonostante l’annuncio da parte dell’Amministrazione risalga ormai allo scorso novembre – proseguono – solo adesso le aziende (o quantomeno una parte) potranno beneficiare del sostegno: una somma utile ma comunque insufficiente, considerando il protrarsi della seconda ondata, che ha avuto inizio sei mesi fa, ad ottobre, e che ha ulteriormente aggravato le condizioni economiche dei commercianti a causa delle chiusure imposte dai Dpcm e dalle varie ordinanze regionali e comunali, spesso ancora più restrittive e penalizzanti delle disposizioni nazionali».
A ciò si aggiungono le rimostranze dei commercianti che, vistosi esclusi dai contributi, hanno presentato richiesta di riesame della loro posizione senza ancora aver ricevuto alcun formale riscontro.
«Al netto degli annunci roboanti, delle iperboli e delle ingiustificate autoesaltazioni, non c’è nulla di “fenomenale”: si tratta di fondi a disposizione di tutti i Comuni, che hanno provveduto a stanziarli in favore della collettività», proseguono i consiglieri, che contestano le scelte amministrative del sindaco e della giunta: «Riteniamo siano troppi e ingiustificati i finanziamenti alle società partecipate con fondi di bilancio, non destinando nulla di questi importi all’emergenza. Si tratta di risorse che avrebbero potuto rendere ben più cospicui i benefici per le imprese (a cui è stato richiesto il requisito del Durc diminuendo il numero dei beneficiari) e la “Family Card” (dove è stato introdotto invece il requisito dell’Isee proprio per ridurre la platea degli aventi diritto), dando una boccata d’ossigeno ai tanti messinesi che non riescono a vedere la luce in fondo al tunnel. La priorità, in questo periodo storico che stiamo affrontando, deve essere sempre e comunque il sostegno ai cittadini e agli imprenditori che solo da qualche giorno stanno ricevendo i ristori, anteponendo i fatti ai proclami. Invece di pensare a questioni sulle quali non ha alcuna competenza per recuperare consenso, a partire dal Ponte, De Luca pensi a fare il sindaco. Se lo sa fare», concludono.