Tre condanne sono state inflitte, con il rito abbreviato, dal gup Maria Teresa Arena. A tre anni e tre mesi sono condannati Lorenzo Bilardo, Andrea Amato e Mario Selvaggio che dovevano rispondere del reato di usura.
I tre furono arrestati nel gennaio scorso dalla sezione di PG della Polizia che scoprì un giro di denaro prestato a tassi usurai. In sostanza si tratta di un seguito dell’operazione “Brillantina” che l’anno scorso portò all’arresto di sette persone.
Tutto nacque da una drammatica vicenda scoperta dalla Polizia nel corso delle indagini dell’operazione “Brillantina”. Gli investigatori portarono a galla un caso di circonvenzione d’incapace commessa nei confronti del docente di Fisica dell’Università di Messina, Placido Migliardo da parte di Lorenzo Bilardo. Quest’ultimo riuscì a conquistarsi l’amicizia del professor Migliardo ed in poco tempo, avendo necessità urgente di denaro, si fece accreditare sul proprio conto corrente dal docente la sua buonuscita di oltre 100mila euro. Ben presto Bilardo cominciò a gestire anche il bancomat e la carta di credito del professor Migliardo e costrinse il docente ad effettuare alcuni finanziamenti dirottando poi le somme sul conto dell’artigiano. Migliardo fu presto ridotto sul lastrico ed in stato di totale indigenza. Partendo da questa triste vicenda gli uomini della sezione di PG hanno scoperto un giro di prestiti a tassi usurai che Biliardo ha concesso ed ottenuto. Un avvocato, Tommaso D’Arrigo ha confessato che già nel 2002 ottenne un prestito da 10.000 euro con interessi del 10% mensili. Poi Bilardo lo mise in contatto con Nunzio Venuti, ritenuto dagli investigatori il capo dell’organizzazione smantellata con l’operazione “Brillantina”. Lo stesso Biliardo, trovandosi in difficoltà con la sua attività economica e per assecondare la sua passione per il gioco d’azzardo, nel giugno 2010 si rivolse alla casalinga Domenica Ambrogio per ottenere 60.000 euro. Soldi che Bilardo non riuscì a restituire interamente e così la Ambrogio fece intervenire il suo compagno, Andrea Amato, per “convincerlo” a saldare il debito. Lo stesso artigiano si fece consegnare somme di denaro da Mario Selvaggio. In un’ intercettazione del dicembre 2010 si parla di 20.000 euro ancora da restituire.