Quando hanno mossi i primi passi erano in pochi, un’avventura iniziata con i lavoratori dei traghetti delle Ferrovie. Anni dopo l’Orsa ne ha fatta di strada ed oggi può contare sulle federazioni dei trasporti, ferrovie, navigazione, scuola-università, servizi-ambiente, metalmeccanici e si appresta ad occuparsi anche di Teatro Vittorio Emanuele. Dal cammino fatto insieme ai dipendenti dei traghetti delle Fs, che si sentivano poco rappresentati dalle sigle sindacali storiche fino alle vertenze più dolorose come Servirail, Caronte-Tourist, Casa Serena, Atm, Ferrotel, i sindacalisti dell’OrSA, hanno rappresentato quel che i movimenti hanno significato per il mondo della politica, “un modo diverso di fare”, nonostante ancora oggi non abbiano la possibilità di stare a quello che viene definito il “tavolo della contrattazione”.
Ma a dargli fiducia sono stati i lavoratori che hanno scommesso su un gruppo di “sindacalisti non di mestiere” ed hanno portato a casa battaglie, qualche sconfitta, qualche vittoria, qualche pareggio. Così stamattina gli auguri del sindacato nella sede della Stazione marittima sono stati anche un sintetico bilancio ma soprattutto un ponte sul futuro, ci sono ancora troppe vertenze aperte e troppe risposte mancate ai lavoratori.
Poche parole per Mariano Massaro,Michele Barresi, Francesca Fusco, che hanno costruito mattoncino per mattoncino l’OrSA dello Stretto, e per i loro compagni di viaggio Antonio Cambria,Maurizio Rella.
C’è tanto lavoro da fare e “gli orsi” non vanno in letargo,aspettano al varco l’amministrazione comunale e i vertici delle partecipate, “Lo sciopero dell’Atm ha avuto oltre il 70% delle adesioni, ma aspettiamo ancora dall’assessore Cacciola risposte chiare e fatti”, e lunedì ci sarà il capitolo Casa Serena, sul cui destino ci sono ombre sempre più cupe, esattamente come un anno fa. "Si parla pochissimo di lavoro. Ancora oggi non sappiamo bene nè chi ha la delega al lavoro, penso Mantineo,ma soprattutto quali programmi e quando potremo incontrarci" Insomma,se qualcuno credeva che l’elezione della giunta Accorinti potesse aver cambiato l’OrSA si è sbagliato, perché è proprio dall’amministrazione che ha sposato lo slogan della discontinuità che si pretendono i fatti concreti. Tra i presenti, tutti lavoratori dei vari settori, c’era, unica rappresentante del mondo politico, Nina Lo Presti, consigliere comunale di Cambiamo Messina dal basso,che nel suo breve saluto ha sintetizzato lo spirito del sindacato: “Noi dobbiamo avere fiducia. Rivogliamo il Renato sindaco, perché il Renato di adesso è prigioniero di quanti non vogliono che le cose cambino”. Ed è proprio perché l’Orsa rivuole il Renato sindaco che nei giorni scorsi ha manifestato con determinazione a Palazzo Zanca, perché gli sconti non si fanno a nessuno se non ci sono le risposte.
Rosaria Brancato