A parole la questione sembrano avercela tutti a cuore, peccato però poi che i numeri rivelino tutt’altra verità. Ci riferiamo ad uno degli argomenti più caldi delle ultime settimane, la manutenzione delle strade cittadine, di cui oggi si è discusso nella seduta straordinaria del consiglio comunale richiesta dal Pd. I numeri sono proprio quelli di un civico consesso che certo ha mostrato ben poco interesse rispetto alla questione. Per dare un’idea di ciò di cui parliamo, partiamo dalla fine, ovvero dall’ordine del giorno, riguardante appunto il servizio di manutenzione strade, non approvato per mancanza del numero legale. Sono infatti stati otto i consiglieri – con il presidente Previti, Cantello, Calabrò, Chiarella, Capurro, Gennaro, Muscolino e Spicuzza – che nel deserto dell’aula, al termine di un piccolo summit con l’ufficio di presidenza, hanno deciso di “trasformare” l’ordine del giorno in raccomandazione allegata al verbale dei lavori, con il quale «si dà mandato all’amministrazione di attivare l’immediata procedura per l’espletamento della gara d’appalto inserendo all’interno dello stesso bando, la clausola sociale di salvaguardia di tutte le unità lavorative impiegate fino a giugno 2010».
Presenti alla seduta gli assessori alle Manutenzioni Pippo Isgrò e al Lavoro Melino Capone, mentre a “vegliare” sui lavori, dall’alto della balconata consiliare, i 19 operai, tutti ex-Lsu, coinvolti in un progetto di stabilizzazione dopo i tagli effettuati dalla Cea, ditta presso la quale erano impiegati, che da oltre una anno però “sono a spasso” perché Palazzo Zanca non ha più proceduto alla gara per l’affidamento degli interventi di manutenzione stradale ordinaria, preferendo, di volta in volta, assegnare mini-appalti con il metodo del cottimo fiduciario. Una linea che per il Pd, come ribadito nel corso del dibattito dai consiglieri Gennaro e Calabrò, non può più essere accettata. Gli esponenti del Pd – che in totale contava oggi solo quattro consiglieri dei 14 “potenziali” – hanno ribadito la necessità di procedere all’immediato espletamento della gara, inserendo nel bando la clausola sociale di salvaguardia di tutte le unità lavorative impiegate fino al giungo 2010. Una “postilla” che nel corso del suo intervento il consigliere Saglimbeni ha proposto venga inserita in tutti i contratti stipulati dal Comune nel settore dell’edilizia.
In merito agli aspetti “tecnici”, quelli cioè dell’esecuzione dei lavori, che, come visto, fanno acqua da tutte le parti, i consiglieri, tanto di maggioranza quanto di opposizione, puntano il dito contro l’assenza del dirigente interessato, l’ing. Mario Pizzino. Ma quel che più conta, a fare il nome del proprio funzionario è anche l’assessore alle manutenzioni Pippo Isgrò, intervenuto in fase finale di dibattito: «Proprio qualche giorno fa – spiega – ho inviato una lettera al mio dirigente per spiegargli cosa secondo me significa fare manutenzione strade, perché l’asfalto è una cosa seria. Comunicazioni che non rendo pubbliche di volta in volta perché a mio modo di vedere i panni sporchi si lavano in famiglia. Noi paghiamo i costi di tutti quegli interventi che vengono effettuati in maniera grossolana, senza le dovute precauzioni: ecco perché ho chiesto che da questo momento qualsiasi lavoro effettuato da ditte private venga seguito da un nostro tecnico, dall’inizio alla fine. E’ a causa delle condizioni in cui le strade vengono lasciate che poi si verificano gli incidenti, veri o presunti. Sto facendo il possibile per creare una struttura emergenziale in house, h 24, che velocizzi le procedure». Un lungo intervento, forse fin troppo, quello di Isgrò, che pur all’inizio del discorso ammetteva di avere poche attenuanti rispetto alle osservazioni mossegli dai consiglieri, – oltre Gennaro e Calabrò, Muscolino, Pergolizzi, Cantello, Saglimbeni, Tamà, Capurro – che ha ben presto creato malumori in aula. A perdere le staffe il consigliere Nino Carreri, fino a quel momento spettatore “super partes”: «Assessore la smetta con questi discorsi – ha gridato il consigliere poco prima di abbandonare l’aula – e ci dica cosa l’amministrazione intenda fare di questi lavoratori», che certo non hanno perso la legittima occasione di urlare le loro ragioni.
«Se non riusciremo a trovare almeno 4 milioni di fondi che garantiscano una copertura di almeno due anni – ha risposto senza troppi giri di parole Isgrò – non potremo bandire la gara, non avremo modo di rispettare gli impegni presi durante l’incontro avuto in prefettura». A dare qualche garanzia ai lavoratori e a saziare, vista l’ora tarda (quasi le 15), gli appetiti dei consiglieri, l’intervento di Capone: «Siamo in continuo contatto con gli uffici di Palermo per trovare una soluzione e siamo sulla strada giusta. Basandoci su quanto previsto da un articolo della normativa che riguarda gli Lsu, 7 di loro sono già stati reintegrati non come Lsu ma in una categoria a parte, per gli altri stiamo lavorando nella stessa direzione, ma in qualche modo verranno reinseriti negli elenchi dei lavoratori precari della regione. Sarà il Comune ad occuparsi di trovare loro degli impieghi». Conclusioni apparentemente positive, che certo però non rappresentano garanzia di sicurezza per quanti questa sera, rientrando a casa dai propri cari, non potranno certo dire: sono stanco ma soddisfatto della mia giornata di lavoro.(Elena De Pasquale)