Un "tesoretto" da 2 milioni di euro l'anno è quello andato in fumo dopo lo stop dei fondi ecopass alla città di Messina predisposto dal Tar di Catania. Stop dovuto al fatto che la tariffazione degli accessi alle ZTL, predisposto dall'amministrazione, che i tir che attraversavano al città pagavano come risarcimento per i danni ambientali, alla sicurezza ed al manto stradale arrecati, era soltanto una soluzione transitoria, sperimentale, che, per diventare definitiva, doveva essere inserita nel Piano Urbano del traffico, aggiornandolo, cosa che invece non è stata fatta.
Quindi questi fondi annuali, che andavano destinati principalmente ad interventi per la sicurezza stradale, sono andati perduti ed è necessario trovare altri introiti che possano coprire il buco generato da questa perdita. A chiedere di trovare soluzioni alternative è anche il consigliere centrista Libero Gioveni, che ricorda anche i recenti e reiterati allarmi lanciati in Commissione Viabilità dal Dirigente del Dipartimento mobilità urbana Pizzino, che aveva anche scritto nei mesi scorsi una pesante diffida all’Amministrazione per le poche risorse destinate alla sicurezza stradale.
"Sono innumerevoli gli interventi da effettuare – ricorda il consigliere – che già a causa della mancata approvazione del Bilancio non possono nemmeno essere eseguiti con le somme ordinarie previste, figuriamoci adesso con la mancanza del “tesoretto” che l’Ente incassava tutti i giorni con l’ecopass".
Per esempio, da parecchio tempo non si eseguono più lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale, ma con lo stop inflitto dal TAR all’ecopass vengono meno anche altri tipi di interventi che erano stati previsti: semafori pedonali a chiamata, attraversamenti pedonali rialzati ed altro; per non parlare anche dei necessari interventi di scarifica e bitumatura di parecchie arterie cittadine sulle quali la programmazione del Dipartimento lavori pubblici ha subìto un stop.
"Pertanto – conclude Gioveni, che chiede di trattare la questione nelle competenti Commissioni “Bilancio” e “lavori pubblici” – nelle more di conoscere le intenzioni dell’Amministrazione (se, cioè, ricorrere avverso la sentenza del TAR oppure presentare una nuova delibera inattaccabile sull’ecopass), si rende necessario rimodulare nel nuovo Bilancio alcuni capitoli per tentare di coprire il “buco” rappresentato da queste parecchie centinaia di migliaia di euro finite, purtroppo, in soffitta".