Alla fine Tirrenoambiente ha deciso di rompere il silenzio. Due settimane dopo l’ultima bufera giudiziaria che ha portato al sequestro della discarica di Mazzarrà S. Andrea, la società che gestisce l’impianto risponde per la prima volta alla pioggia di polemiche che le si è inevitabilmente abbattuta addosso. I nuovi vertici, nominati pochissimi giorni prima del provvedimento emesse dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, precisano innanzitutto di aver tenuto un profilo di riservatezza ed evitato giornalistiche esternazioni sulla vicenda del sequestro della discarica in ossequio ad un principio di assoluto rispetto delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.
“Nelle sedi Giudiziarie ed Amministrative opportune, secondo regole normative e prassi, la società sta proponendo quelle che possono identificarsi come strumenti di confutazione degli assunti che hanno determinato il provvedimento giudiziario, evitando di esternare fasi, indicazioni, concetti o congetture la cui utilità, in un momento così delicato per la vita della società stessa e per gli interessi sociali, risulta inutile. La problematica è seria, al di là di ciò che possa emergere dalla lettura dei giornali, ed è stata oggetto di attenzioni da parte dei vertici della società, con un’assunzione di responsabilità totale rispetto a ciò che è la realtà effettiva dei fatti tecnici” scrivono la Presidente Antonia De Domenico e l’Amministratore delegato Lorenzo Piccioni che dunque non scaricano alcuna responsabilità ma di fatto chiedono rispetto per la gravità della situazione che ha travolto la società.
Inevitabile, naturalmente, il riferimento al Sindaco di Furnari Mario Foti, da sempre strenuo oppositore della discarica di Mazzarrà e ancora oggi molto duro nei confronti di Tirrenoambiente. L’ultima denuncia risale ad appena qualche giorno fa (vedi articolo correlato) ed è stata proprio la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Per la Presidente e l’amministratore delegato è ovvio e naturale che chi rappresenta una comunità che subisce i disagi derivanti dall’esercizio industriale del trattamento dei rifiuti faccia sentire il dissenso e la contrarietà. Ma ritengono altrettanto ovvio e naturale che “il confronto non può in alcun modo essere posto sempre sul piano dell’offesa, del dileggio dell’altrui reputazione e nella sistematica attività di disinformazione finalizzata ad un unico obiettivo che è quello, non di salvaguardare interessi generali e legittimi, ma esclusivamente di esaltare la propria figura personale e politica”.
Ai vertici della società non sono andate giù alcune espressioni utilizzate dal Sindaco di Furnari che ha per esempio definito “pseudo-imprenditori” coloro che hanno investito i propri capitali nella gestione di un servizio che ha per sua natura delle profonde criticità. Ancor meno accettabili per Tirrenoambiente le soluzioni che Foti propone alla stessa Autorità Giudiziaria, “quasi che dalle sue stanze possano essere emessi dogmi di assoluta incontrovertibile certezza che spaziano dall’aspetto tecnico, all’aspetto sanitario, sino all’aspetto industriale della vicenda”.
“La verità sarà ricostruita solo dall’Autorità Giudiziaria, i fatti troveranno pieno e completo accertamento e sarà certamente interesse della società fare in modo che tutte le fasi Istituzionali e Giudiziarie siano perfettamente conosciute dall’opinione pubblica, onde comprendere di chi sono e se ci sono responsabilità nella gestione del sito”.
E ancora un attacco diretto all’operato di Mario Foti in merito a tutta la vicenda che riguarda la discarica di Mazzarrà. “Il sindaco di Furnari, sembra dimenticare che come soggetto politico avrebbe avuto il dovere prima di attaccare di essere propositivo. Non sembrano emergere, né dalle cronache Parlamentari, né da quelle Provinciali o Comunali, interventi in tal senso da parte del Sindaco, il cui unico obiettivo è stato sempre quello di fare della discarica la sua ancora di salvataggio in un percorso politico – amministrativo. Ricordarsi oggi degli operai sembra un esercizio altamente speculativo, così come non è in alcun modo tollerabile che lo stesso possa permettersi di contestare e criticare le competenze altrui, arrivando a sostenere che le origini “piemontesi” del personale operante in discarica o di alcune figure dirigenziali sia sinonimo negativo”.
Tirrenoambiente, dal canto suo, spiega di aver iniziato da tempo un confronto con gli Organi Istituzionali, inteso a rendere quanto mai trasparente il sistema gestionale dell’impianto, al di là del fatto giudiziario contingente. E assicura che
“rispetterà i dettami degli Organi Tecnici Regionali, dell’Autorità Giudiziaria e nel contempo intende sin d’ora assicurare l’opinione pubblica che il percorso industriale e di investimenti propri dei “piemontesi”, proseguirà oltre la discarica in quanto tale, con una volontà assoluta di coniugare ricerca, innovazione, tutela della salute e dell’ambiente, al fine di consentire, oltre le polemiche strumentali, l’esercizio efficiente del sistema rifiuti con l’estensione a quei profili sociali ed occupazionali che il territorio richiama e di cui si è improvvisamente accorto anche il sindaco di Furnari".