“Essere qui è una bellissima sensazione. Il mio augurio è quello di essere un buon comunicatore delle emozioni che si vivono sul palco”. Così dichiarava il presentatore del Taormina Film Festival 2011 Luca Calvani in conferenza stampa. Solo qualche ora più tardi, al Teatro Antico, emozionato, vagamente frastornato (dal cocktail esclusivissimo al Timeo?), avrebbe salutato il generoso pubblico della Kermesse veneziana… (ops, perdonatemi, ma Luca Calvani è davvero un trascinatore contagioso) …siciliana.
Ma chi è quella brunetta in poltronissima, tutta fasciata in un bell’abito che trattiene i suoi prosperosi talenti? L’avvenente femme, Monica Bellucci, gagliarda umbra tutta curve mediterranee, sale sul palco per ritirare il Taormina Arte Award, seguendo però un canovaccio di retoriche frasi fatte. La diva made in Italy, la direttrice Artistica, Deborah Young, e la madrina de sto festival, tal principessa tal dei tali si alternano accanto all’Uomo-Nuovo-Luca-Calvani. Sprecata l’occasione, quindi, per parlare a un pubblico più eterogeneo del solito, per una volta non soltanto di giornalisti e operatori di settore impigriti, impietriti, del progetto artistico intorno al Magreb, protagonista promosso nei programmi, sulla carta, sulle brochure.
D’ora in avanti, cari lettori, che so non perderete nessun aggiornamento che qui, da Taouromenion, vi offrirà Tempo Stretto, si parlerà di tanto tanto cinema, Festival permettendo. Vi lascio con la riflessione che ieri sera più d’ogni altra ci ha saputo emozionare (plurale maiestatis di categoria), perché no, scuotere, come spettatori, come giornalisti, come siciliani. E fu allora che la Monica Bellucci disse: “Senza la Sicilia non ci sarebbe neanche il cinema”. Verità. Verità storiche miei cari. Grazie Monica. (MARCO CARROCCIO – FOTO GIANMARCO VETRANO, VEDI GALLERY)