Taormina, turismo, crisi. Bastano tre parole per fare il punto della situazione. In un clima italiano di spending review nessuna inversione di tendenza è in atto per la perla dello jonio che deve fare i conti con la crisi e le sue conseguenze. I sondaggi, del resto, dimostrano come tra i primi posti alla voce rinuncia ci siano le spese per viaggi e vacanze. La crisi porta con sé preoccupazioni a cui si cerca di non soccombere passando alla “coscienza del risparmio” e l’Italia, tra i paesi europei, è fra quelli che più soffre la preoccupazione in atto e che è pessimista quando si parla del futuro. Come dimostrato in un incontro svoltosi sull’argomento, i dati esibiti dal dirigente regionale dell’assessorato al turismo, Antonio Belcuore, riferivano di un quadro tutto sommato non negativo, fondato soprattutto sul turismo straniero. Grazie, dunque, a Germania e Russia che anche le ricerche nazionali indicano come i paesi dove la preoccupazione è meno dilagante. Di certo, però, non servono i dati per leggere il cambiamento. Basta fare una passeggiata sul corso. Ieri per Taormina l’ennesima batosta. Durante il 18° Congresso territoriale della Fisascat Cisl Messina, il segretario provinciale Pancrazio Di Leo ha toccato l’argomento scottante: meno turismo, hotel vuoti, poco lavoro, difficoltà a pagare le spese. La lista delle conseguenze potrebbe continuare ancora per molto, ma basta a illustrare il quadro attuale. Di Leo ha richiamato l’attenzione degli amministratori che, oltre a denunciare la tendenza in atto, poco hanno fatto per il rilancio del territorio. E’ un allarme di non poco conto quello lanciato dal segretario della Cisl, che riguarda tutti quei lavoratori che non possono sopravvivere con soli 3 mesi di lavoro. Servono nuove strategie. A rispondere all’appello è stato Mario Bolognari che si è detto d’accordo con Di Leo e ha subito lanciato le prime proposte per il futuro di Taormina. Il professore parla di concentrare tutte le forze, i lavoratori del settore, gli esercenti pubblici, i commercianti, gli albergatori e gli enti pubblici operanti direttamente o indirettamente in città per un progetto di ampio respiro per il rilancio della città e per le casse comunali.
“L’idea è di concentrare tutte le iniziative e le risorse in un periodo di 30-40 giorni invernali, una specie di “Natale più lungo del mondo”, che nell’arco di tre-quattro anni possa invertire la tendenza attuale. Stiamo lavorando a una programmazione di animazione, di tariffe promozionali, di coinvolgimento di volontari, di promozione della cultura siciliana nelle piazze – ha dichiarato Mario Bolognari -. L’amministrazione cittadina dovrà tener conto dei comportamenti dei diversi soggetti implicati e premiare (con fiscalità di vantaggio o altre misure allo studio) chi è pronto a qualche sacrificio temporaneo per il raggiungimento di benefici collettivi nel futuro”.
Taormina può rinascere. Servono, però, sacrifici, collaborazione e progetti a lungo termine di amministratori capaci di fissare un obiettivo per il futuro e raggiungerlo. “Questa misura che è soltanto una delle tante che bisognerà mettere in campo per lo sviluppo del turismo – ha concluso Bolognari – da sola non è sufficiente, ma servirà a misurare il grado di coesione vera nel tessuto economico e sociale locale”. (Giusy Briguglio)