In Burkina Faso la popolazione si trova da decenni in emergenza umanitaria. Questo a causa di una situazione di instabilità politica, ulteriormente aggravatasi con l’emergenza Covid-19, e da condizioni climatiche spesso critiche. CBM, organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile è attiva nello Stato africano con la campagna Break the Cycle, che ha come obiettivo quello di spezzare il ciclo vizioso che lega povertà, disabilità ed emarginazione: i più fragili, come le persone con disabilità, sono spesso anche i più poveri in quanto maggiormente vulnerabili.
CBM, acronimo di Christian Blind Mission, è un’organizzazione umanitaria attiva dal 1908 in Africa, Asia e America Latina. CBM Italia Onlus nasce a Milano nel 2001 e ha progetti, oltre che nei Paesi in via di sviluppo, anche in Italia. Nel 2020 sono circa 1 milione le persone che hanno beneficiato del suo aiuto.
La campagna Break the Cycle di CBM Italia ha 26 progetti in 12 Paesi. Il progetto Coltivare l’inclusione – sicurezza alimentare e resilienza delle famiglie vulnerabili in Burkina Faso è tra questi ed è supportato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; ha durata triennale (2018-2021) e come obiettivo quello di mettere al centro i diritti delle persone con disabilità attraverso pratiche di promozione della sicurezza alimentare, educazione e inclusione sociale, lavorando insieme ai leader delle comunità per non lasciare emarginati i soggetti in difficoltà. Vediamo nello specifico le azioni realizzate e alcuni risultati raggiunti.
In Burkina Faso l’insicurezza alimentare è un problema cronico e la povertà colpisce circa il 50% della popolazione. L’economia è basata sull’agricoltura che però non basta a soddisfare i bisogni di tutti. Le persone più a rischio sono quelle con disabilità e le donne: per questo CBM ha deciso di fare in modo che una buona parte dei suoi interventi siano loro dedicati.
Il progetto ha sede nella Regione Centre-Sud, una delle più povere del Paese, dove CBM ha cercato di rafforzare la sicurezza alimentare delle famiglie più vulnerabili. Per questo sono stati realizzati interventi di formazione delle persone in agricoltura e allevamento, a cui sono state affiancate pratiche di sensibilizzazione all’interno delle comunità, dialogando con i leader locali, ma anche attività di advocacy e di informazione sui servizi di risparmio e di credito. Questi sono alcuni dei risultati raggiunti nei primi 6 mesi del 3° anno:
I risultati raggiunti da CBM Italia sono buoni ma tanto resta ancora da fare per spezzare il ciclo che lega povertà, disabilità ed emarginazione affinché in Burkina Faso ci possa essere una migliore qualità della vita, anche per le persone con disabilità.
La pandemia ha aggravato la situazione umanitaria in Burkina Faso, soprattutto per le persone con disabilità, avendo queste maggiori difficoltà sia nell’autoprotezione (il distanziamento sociale e le pratiche di igiene sono più difficoltose da attuare) sia nell’accesso alle cure per il Covid-19. CBM ha attivato interventi concreti a tutela della popolazione Burkinabé, in un’ottica avente come fine principale la prevenzione, vediamo quali:
Una parte del progetto di CBM per il Burkina Faso ha avuto luogo nel territorio italiano, con attività di sensibilizzazione nelle scuole primarie e il coinvolgimento della comunità Burkinabé attraverso attività di formazione.
Per i bambini sono stati realizzati dei laboratori ludici aventi come focus lo Stato africano, le sue condizioni e le attività produttive locali. Particolare attenzione è stata dedicata a temi quali la sicurezza alimentare e l’inclusione delle persone con disabilità.
L’emergenza Covid non ha fermato l’attività di CBM nelle scuole: i laboratori sono parzialmente continuati a distanza in modalità digitale.