Dal 6 aprile nove regioni sono in zona rossa, si tratta di Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta. Tutte le altre sono collocate in area arancione. Anche la Calabria, quindi dovrà continuare a seguire le restrizioni almeno fino al prossimo 21 aprile prossimo. E sul fronte scuola? La nuova ordinanza, firmata dal presidente f.f. Nino Spirlì prevede il ritorno in presenza per allievi di asili, elementari e prime classi delle medie. Didattica a distanza per le altre classi della scuola dell’obbligo e per le medie superiori.
Sono previste però alcune eccezioni sul territorio calabrese infatti non sono mancati i sindaci nelle province calabresi che, a seguito dell’incidenza dei casi di covid 19 nelle loro comunità, hanno emanato delle ordinanze di proroga generalizzata delle chiusure. Niente presenza fisica in aula, tra gli altri, per esempio a Soverato, Cropani, Motta Santa Lucia nel Catanzarese. Lo stesso a Cirò Marina, Cutro Roccabernarda nel Crotonese e a Bisignano e Corigliano Rossano in provincia di Cosenza e in tanti altri centri della regione. In molti casi le chiusure avranno durata fino all’11 aprile.
E fin qui tutto chiaro: il governatore firma l’ordinanza della chiusura fino al 21 aprile in linea con le decisioni del governo, ma proprio ieri in un post sul suo profilo facebook, annuncia: “In viaggio verso Roma, per chiedere al Governo la fine delle chiusure. Lo ripeto da mesi: non è concepibile tenere incarcerati dentro casa gli adulti e lasciare liberi in giro per paesi e città bambini, ragazzini e giovani studenti. I contagi delle ultime settimane confermano che i luoghi di contagio NON escludono le scuole. Mentre, da mesi le attività commerciali, artigianali e industriali sono ferme. Inutilmente ferme. E, dunque, non responsabili di contagi.”
Non sappiamo ancora nulla dell’esito dell’incontro, ma la scuola calabrese, già provata da tante difficoltà che le prove invalsi del 2019 hanno ben evidenziato vive una crisi sempre più forte. Una campagna di vaccinazione che tarda a partire, le difficoltà legate alla DAD con interventi regionali altalenanti che hanno visto in ultima analisi “dare il potere decisionale alle famiglie”. E in tutto questo basta uscire, recarsi nei luoghi di ritrovo e constatare come i ragazzi di ogni età si “aggregano” ugualmente incuranti di restrizioni, divieti e zone diversamente colorate. Pochi controlli da parte delle autorità competenti e delle famiglie, poca attenzione, nessuna paura del contagio. Scuole chiuse? Strade “aperte”.