Oltre alla difficoltà della pandemia, all’aumento esponenziale dei contagi Covid in questo periodo, bisogna fare i conti con i non vaccinati che non sono pochi e sono quelli più vulnerabili. Questo problema riguarda anche il mondo del lavoro, come per esempio la pubblica amministrazione. Numerosi poi sono i dipendenti sanitari, ancora non vaccinati e nei confronti dei quali sono stati adottati provvedimenti disciplinari, ovvero, la sospensione dal lavoro. L’Asp di Reggio Calabria, come tra l’altro riportato dalla nostra testata nei giorni scorsi (https://www.tempostretto.it/news/asp-reggio-21-medici-e-infermieri-no-vax-sospesi-fino-al-31-marzo.html), non è stata l’unica a dover prender provvedimenti del genere. In Calabria anche nell’Asp di Cosenza, i vertici aziendali son dovuti ricorrere alla sospensione di personale sanitario ed amministrativo, come ha spiegato il direttore amministrativo, Francesco Marchitelli. Stiamo parlando di oltre 20 dipendenti tra personale sanitario e amministrativo.
Tra essi, figurano, anche un tecnico di laboratorio, 3 dirigenti medici, 3 infermieri, un tecnico di radiologia, un medico di medicina generale e 6 amministrativi, che sono già sospesi dallo scorso mese di ottobre, ma allo stesso tempo c’è anche chi nel frattempo, 6 dipendenti in tutto, si adeguato alla normativa vaccinandosi.
La procedura, ha sottolineato sempre il direttore amministrativo Francesco Marchitelli, prima della sospensione prevede che una volta individuato il personale sanitario non ancora vaccinato questi hanno cinque giorni di tempo dopo la notifica dell’azienda in modo che si possano regolarizzare o produrre la necessaria documentazione con le dovute motivazioni che li hanno portati a non vaccinarsi, naturalmente il tutto viene esaminato in modo scrupoloso dall’azienda stessa che si riserva se accettare o meno o procedere alla sospensione