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Calabria & politiche turistiche, pure la Filcams-Cgil “stronca” Orsomarso

REGGIO CALABRIA – Se ne sta discutendo tantissimo sui social network, con segno prevalentemente negativo. E il primo a esprimere le sue ampie riserve era stato in verità un amministratore della Lega: Andrea Capelletti, sindaco del Comune di Covo (nel Bergamasco).
Ma adesso la segreteria regionale della Filcams-Cgil contesta “a scena aperta” il neosenatore Fausto Orsomarso nella qualità d’ex assessore regionale al Turismo e “bolla” duramente le politiche turistiche firmate dal politico cosentino di Fratelli d’Italia

«Politiche sbagliate e volutamente fallimentari»

«Non abbiamo più parole che non siano a questo punto offensive, dopo le tante prese di posizione, i comunicati, le richieste d’interlocuzione puntualmente disattese dal neo-senatore ed ex assessore con delega al Turismo, Fausto Orsomarso.

Oggi fa scandalo che la Regione Calabria abbia speso più di 2 milioni e mezzo di euro per abbellire la Stazione di Milano per qualche settimana, ma lo scandalo vero si chiamava gestione politica sbagliata e volutamente fallimentare nei risultati dell’assessore che i più parevano non vedere.

L’auspicio – si legge nella nota diramata dal sindacato cigiellino di categoria – è che il presidente della Regione, che ha trattenuto per sé la delega, cambi completamente passo e impostazione, convocando un tavolo urgente con le parti sociali sulle politiche del turismo per la Calabria e i calabresi.

Ci troviamo di fronte a delle scelte strategiche e fondamentali per il futuro del settore – fa notare peraltro Filcams-Cgil –, delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno bisogno di politiche strutturali e di rafforzare le proprie abilità e conoscenze. Invece il governo Meloni, fortemente sostenuto anche dalla Giunta regionale della Calabria, alla sua prima manovra finanziaria ha reintrodotto i voucher, che sono una sciagura per un sistema già precario dove l’illegalità, il mancato rispetto dei contratti nazionali, l’evasione fiscale e contributiva la fanno da padrone».