A sostenere lo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, di oggi ci sono una serie di ragioni che difficilmente possono essere ignorate. Il primo motivo, forse il più evidente, è l’assoluta mancanza di interlocuzione con l’assessore regionale ai trasporti che, unico caso in Italia, non ha inteso costruire un
confronto con le Organizzazioni sindacali già da prima dell’emergenza. Un solo incontro il 29 giugno, dopo l’apertura della procedura di raffreddamento, in una videoconferenza inutile e inconcludente.
Eppure, il TPL calabrese, già in situazioni di normalità, è un settore molto complesso da gestire sia per le esigue risorse che derivano dallo Stato, sia per la tenuta della qualità del lavoro e della quantità dell’occupazione. Agire, o pensare di farlo, senza un confronto stabile con il sindacato e le associazioni delle imprese, è possibile ma difficile da realizzare.
Del resto, ancora non siamo a conoscenza di come la Regione vuole gestire il trasporto delle persone, a cominciare dalla prossima apertura scolastica, la cui popolazione studentesca in Calabria si aggira intorno alle 274 mila unità a cui vanno aggiunti circa 34 mila docenti.
Né siamo a conoscenza, per esempio, se la Regione ritiene di utilizzare proprie risorse per il Tpl, come fanno la gran parte delle regioni del Paese. Per noi il trasporto pubblico è un servizio essenziale che va messo in sicurezza a disposizione degli interessi generali tutelando i lavoratori del settore.
Il secondo motivo alla base dello sciopero è il rapporto con le Associazioni delle imprese del settore con le quali intendiamo costruire un rapporto non conflittuale per dare risposte concrete ai lavoratori. Certo è che questa nostra buona volontà si è scontrata con l’indisponibilità di una parte delle aziende che hanno rinunciato a ragionare su un accordo quadro per la gestione della cassa integrazione che garantisse uniformità di trattamento e uguali diritti a tutti i lavoratori. Per questo, per noi, diventa poco accettabile che alcune aziende continuino ancora adesso a richiedere cassa integrazione, quando i servizi sono praticamente al 100%.
Il terzo motivo è rappresentato dalla questione salariale. La cassa integrazione sia a zero ore che a rotazione riduce in media di circa il 40% lo stipendio dei lavoratori, considerando il salario legato alla prestazione. Per questo è inaccettabile che persino alcune aziende che hanno sottoscritto la compensazione del 20% di salario richiesto dal sindacato non hanno rispettato gli accordi.
I lavoratori sono stati così penalizzati due volte mentre la cassa integrazione è servita alle aziende per sostenere il costo principale che è quello del lavoro. Pensiamo, dunque, che la situazione sia davvero pesante e più tempo passa più può diventare esplosiva. Non possiamo accettare che uno dei servizi pubblici più importanti non sia messo al servizio di tutti i cittadini e che i lavoratori debbano continuare a lavorare con pochi diritti e senza tutele.
Noi vogliamo svolgere il nostro ruolo che è quello di difendere gli interessi puliti delle persone che lavorano e di pretendere risposte per i cittadini. Per questo, consideriamo insufficiente la convocazione di una riunione ancora una volta in videoconferenza da parte dell’assessore ai trasporti arrivata da poche ore.
La questione dei trasporti in Calabria è seria e va affrontata con i tempi e gli approfondimenti necessari. Per questo, se non ci saranno risposte soddisfacenti, preannunciamo sin da adesso un prossimo sciopero regionale di 8 ore con manifestazione.