RIZZICONI – La questione riprende linfa da Rizziconi, ma è un tema (almeno) calabrese. A sollevarlo è l’ex consigliere regionale Marcello Anastasi, capogruppo di Noi per Rizziconi a Palazzo San Teodoro.
Il problema di fondo è l’enorme carenza d’agenti della Polizia locale in tanti, troppi Comuni calabresi, che pone «in una condizione d’insicurezza migliaia di persone». Gli anziani, specie nelle zone buie delle varie città, risultano ad esempio visibilmente “a rischio”.
Difficile anche solo pensare d’ottimizzare controllo e sicurezza nei vari territori senza «migliorare la qualità del servizio di vigilanza con l’aumento di uomini e mezzi di trasporto idonei a muoversi anche sulle strade spesso sterrate» che collegano periferie rurali e frazioni coi centri più rilevanti.
In più, «manifestazioni a carattere sportivo, musicale o teatrale, processioni religiose, funerali» spesso vengono svolti in totale assenza di vigili urbani proprio a causa degli organici gravemente sguarniti. Il tutto, mentre «mancano postazioni fisse e strategiche in prossimità di scuole, ospedali o sulle strade principali comunali e provinciali , in prossimità alle chiese cittadine». Anche questo un triste “lascito” degli anni delle “vacche grasse”, dei micidiali esuberi negli organici di numerosissimi Enti, che hanno fatto posto a una spending review spesso caratterizzata da tagli lineari, non ragionati.
Fin troppo evidente che i parametri numerici della legge regionale 15 del 2018 (un agente di Polizia locale ogni 500 abitanti) siano solo favole.
Le richieste di Marcello Anastasi vanno marciano allora in tre direzioni.
Affinché si proceda alle possibili assunzioni trimestrali, intanto. In modo che si dia l’ok alla mobilità per chi, magari dopo lunghi anni, vorrebbe tornare a operare “a Sud”. E soprattutto perché «a livello normativo nazionale e regionale venga incentivato l’utilizzo e lo scorrimento di tutte le graduatorie anche tra Enti e che si stabiliscano dei paletti fermi, per non lasciare in merito troppe discrezionalità di scelta a chi amministra. Le graduatorie, insomma, devono essere sempre utilizzabili senza necessità di nullaosta e se un lavoratore chiede la mobilità per avvicinarsi a casa deve essere sempre concessa», questa la proposta dell’ex consigliere regionale per “sburocratizzare” e sbloccare la questione-Polizia locale.