Prosegue il dramma dei 7.000 tirocinanti calabresi di recente catalogati come "fantasmi e nel vero senso del termine purtroppo lo sono" da un'intervista rilasciata da una nota rappresentanza sindacale.
Perché oltre alla precarietà di queste persone che da anni tirocinano presso Enti Pubblici e Privati e presso Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact) che reclamano almeno una contrattualizzazione nei settori in cui si trovano ad operare dopo anni d'incessante servizio e di formazione e per cui sono stati spesi circa 100 milioni di euro con fondi della Regione Calabria,
un ulteriore aggravio in considerazione del Dpcm in vigore da oggi che relega la Calabria tra le regioni in zona rossa è rappresentato dalla mancanza di misure varate dal Governo centrale per questa categoria di persone, cioè i tirocinanti che nonostante sopperiscono alla cronica carenza di personale nei settori in cui si trovano quotidianamente ad operare con costanza ed impegno non sottovalutabile, non rientrano nel novero dei lavoratori e oltre alla mancanza di una vera e propria legge regionale che li tuteli varata dalla regione Calabria stessa (Ce ne sarà mai una?), continuano a passare inosservati agli occhi del Governo centrale PD-M5S che ha il merito di essersi pronunciato sulla stabilizzazione dei Lsu/Lpu dopo anni e anni di precariato. Per i 7.000 tirocinanti calabresi si prospettano pertanto ulteriori mesi difficili, molti dei quali con famiglie a carico e monoreddito.